Coronavirus, Razza relaziona all’ARS
Misure che coinvolgeranno l’intero sistema sanitario siciliano. Un piano, quello che si prepara ad affrontare la Sicilia per combattere la pandemia di Coronavirus, e che -secondo quanto relazionato a Sala d’Ercole dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza – vedrà una fase di sviluppo tra la fine del mese e l’inizio di quello entrante.
“Un piano che – come ha detto l’assessore – prevede due azioni specifiche. La prima è l’individuazione di almeno 1000 posti letto dedicati a pazienti positivi al Coronavirus ma che non necessitano cure in terapia intensiva. Questa azione di ricognizione è stata completata ieri e sono state individuate le aziende, in tutte le nove province dell’Isola”.
Ciò riguarderà anche i posti letto in terapia intensiva. Ai posti letto già esistenti in Sicilia, se ne aggiungeranno 120.
“Anche in questo caso – ha aggiunto Razza – vi è stata la necessità di una pianificazione ordinaria ma è stata valutata una tendenziale necessità in aumento di posti letto in terapia intensiva secondo le linee guida che sono state diffuse dal ministero della Salute che ha chiesto a tutte le regioni italiane di poter prevedere un incremento di posti letto in terapia intensiva del 50% in più rispetto alle previsioni da rete ospedaliera.
Questo significa – ha spiegato in Aula l’assessore – che per la Regione Siciliana il numero complessivo dei posti letto da raggiungere si determina in oltre 650 unità“. Razza ha sottolineato che alcune delle terapie intensive già attive sono dotate di respiratori e di ventilatori, grazie alla sospensione delle attività chirurgiche non urgenti e non indifferibili”.
Questa, dunque, la risposta della Regione Siciliana all’emergenza Covid-19. Già, come ha relazionato l’assessore alla Salute, è iniziata in alcune province dell’Isola l’istituzione dei cosiddetti “Covid-Hospital” e c’è già una buona risposta ai bandi per il reclutamento di nuovi medici e personale sanitario. “Già più di 400 medici -ha detto Razza – hanno risposto positivamente al bando presentato dall’Azienda Policlinico di Messina e oltre 600 infermieri hanno partecipato al bando pubblicato dall’Asp di Palermo”. Ma l’assessore ha anche voluto sottolineare “abbiamo il dovere di allargare tutte le selezioni a tempo indeterminato affinchè queste persone che oggi hanno risposto nell’emergenza possano poi essere stabilmente impiegate nel sistema sanitario. Non deve servire l’emergenza Coronavirus per formare un’ulteriore sacca di precariato sanitario”.
Inoltre Razza ha anticipato l’intenzione di allargare il tampone con controlli a campione sui circa 35 mila soggetti registratisi dopo il rientro in Sicilia.
“Con il comitato scientifico stiamo valutando la possibilità di allargare il campionamento ai test con il tampone faringeo o con altri strumenti che nel frattempo dovessero essere certificati dall’Istituto Superiore di Sanità a questa porzione di cittadini che è rientrata in Sicilia e che si trova nel proprio domicilio. Non ha senso farlo subito perché i virologi ci indicano che il virus ha un’incubazione di alcuni giorni, lo si farà dunque dal 7° e poi 14° giorno dal loro rientro, in modo da poter isolare una platea possibilmente ampia di soggetti asintomatici“.
Riguardo, poi, i dispositivi di protezione individuale l’assessore ha evidenziato che “la sicurezza dei lavoratori del sistema sanitario regionale è un valore al quale ognuno di noi ritiene di dover dare il più ampio significato, soprattutto, in una condizione di emergenza“.