Diabete, per 1 paziente che sa di esserlo ci sono 3 malati inconsapevoli

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Palermo – “Per 1 paziente affetto da diabete, e che sa di esserlo, bisogna pensare che ce ne sono almeno 3 che neanche sanno di esserlo”.

In Italia oltre 3.2 milioni di persone dichiarano di essere affette da diabete, ma stime attendibili, parlano di circa 5 milioni, con un costo per il SSN stimato di circa 9 miliardi l’anno e una spesa pro-capite più che doppia rispetto ad un pari età non con diabete, provocando, inoltre, ben 73 decessi al giorno.

Prevenire precocemente la progressione della malattia diabete e le sue principali complicanze, progettare modelli di assistenza moderni e vicini alle persone con diabete, che utilizzino appropriatamente le innovazioni tecnologiche, rappresenta una sfida importante ed attuale per i Servizi Sanitari Regionali ed è al centro del confronto tra decisori regionali e tecnici di riferimento del mondo salute, durante la serie di 6 incontri regionali “Highway Diabetes: il paziente al centro?” che oggi arriva in Sicilia. L’evento relativo alla tappa siciliana si è svolto oggi  a Palermo presso la sede  dell’OMcEO.

Carla Giordano

“Il diabete  – ha detto Carla Giordano, Direttore UO Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Policlinico ‘Paolo Giaccone’ di Palermo, durante la tavola rotonda moderata dalla giornalista Maria Grazia Elfio – è una delle sfide maggiori per il sistema sociosanitario per la sua complessità clinica e per l’organizzazione delle cure. Prevenire la progressione della malattia e le sue complicanze, progettare modelli di assistenza vicini alle persone con diabete, che utilizzino appropriatamente le innovazioni tecnologiche, rappresenta una sfida importante per i Servizi Sanitari Regionali. Farmaci e dispositivi innovativi, contenimento dei costi e migliore gestione dell’aderenza terapeutica sono le tre armi a difesa della persona con diabete: i farmaci innovativi mirano a migliorare la qualità di vita dei pazienti e a prevenire le complicanze del diabete”.

Il diabete è una vera e propria pandemia.

“È un fenomeno – ha continuato Carla Giordano –  in incremento a livello mondiale. In Italia c’è un incremento ‘al galoppo’ che riguarda anche la nostra regione. Anche se non conosciamo perfettamente l’esatto incremento poiché non esiste ancora un registro di patologia.

Sul fronte costi poi va considerato che una persona affetta da diabete costa circa 3 mila euro l’anno al sistema sanitario, la maggior parte dei quali legati a ricoveri ospedalieri (50% circa) o a visite specialistiche (20%)”.

In tema di gestione della cronicità, il diabete, rappresenta sicuramente un caso paradigmatico in cui si rende necessario ammodernare il sistema assistenziale, migliorando l’efficienza dei percorsi di collegamento tra ospedale e territorio. Un aspetto importante da rivedere e monitorare è rappresentato dal rispetto dell’aderenza alle cure indicate. Infatti, secondo dati EFPIA solamente le complicanze dovute alla scarsa aderenza alla terapia rappresentano un costo pari al 14% del totale della spesa sanitaria dei Governi Europei, circa 125 miliardi di euro all’anno. Secondo il rapporto dell’osservatorio dei medicinali, in Italia, la percentuale di aderenza per i farmaci antidiabetici è del 63% (OSMed 2015) e questo comporta: il raddoppio nel numero di ricoveri ospedalieri e dei costi del trattamento per il SSN, un aumento ogni anno di circa 6 giorni di assenza dal lavoro ed infine un aumento del 30% della mortalità per tutte le cause (dati SID). Tra i fattori che impattano sull’aderenza terapeutica, un ruolo importante potrebbero avere le differenze regionali nell’efficienza dei servizi di presa in carico delle persone con diabete e nell’accesso all’innovazione. In questi ultimi 10 anni, infatti, le numerose innovazioni su farmaci ed apparecchiature, hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione della malattia, restituendo alle persone con diabete una qualità di vita decisamente superiore. Ma tutto ciò potrà arrivare a tutte le persone con diabete solamente se l’innovazione avrà un accesso uniforme ed una collocazione appropriata e sostenibile.
“In Sicilia
Vincenzo Provenzano

fino al 2009 – ha sottolineato Vincenzo Provenzano, Direttore UO Diabetologia, Ospedale ‘Civico’ di Partinico –  c’era un modello di attuazione di assistenza con le persone con diabete che, potremmo dire, disorganizzato. Con la legge 5/2009 che prevede una gestione integrata delle cure è cambiato tutto e in meglio. La nostra regione ha la più bella legge per la cura del diabete. L’assessore Ruggero Razza, poi, ha dato molta attenzione alla cura della persona con diabete. Addesso è venuto il momento di fare attuare i decreti attuativi che sono stati pubblicati nel 2018 e a maggio 2019. Il nostro è un modello ottimale di gestione di cura che, non solo abbatte le complicanze, ma paradossalmente dà una cura migliore abbattendo i costi. Non è vero che ci vogliano più soldi per curare meglio, però, ci vuole la volontà politica perché questa venga attuata”.

“Il diabete – ha spiegato Mario La Rocca, Dirigente Generale Dipartimento per la Pianificazione Strategica, Assessorato Regionale della Salute della Regione Siciliana – rappresenta una delle sfide maggiori per il sistema sociosanitario sia per la sua complessità clinica che per l’organizzazione delle cure. Oggi, il mondo della scienza mette a disposizione soluzioni sempre più innovative per migliorare il rapporto con la malattia, ma è bene ricordare che la prima fonte di prevenzione è la persona stessa, attraverso uno stile di vita sano ed equilibrato, per poter ridurre l’incidenza della patologia, in particolare del diabete di tipo 2, il più diffuso”.
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