Giovani e sessualità: lo spettro della violenza
Dopo le relazioni e l’uso che i giovani hanno fatto di internet, la seconda parte dell’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) è dedicata dei rapporti sessuali, ai metodi contraccettivi e agli atteggiamenti e comportamenti violenti durante la pandemia. Al questionario, pubblicato sul sito Skuola.net, hanno risposto 3500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni. I risultati sono suddivisi in quattro aree tematiche. I dati completi verranno presentati in occasione del convegno dell’Osservatorio che si terrà on line il 24 giugno 2022.
La maggior parte di chi ha partecipato al questionario afferma di essere eterosessuale (65,9 per cento). Il resto si divide in ordine fra bisessuale, asessuale, pansessuale e omosessuale. Circa la metà dei ragazzi più grandi (tra i 19 e i 24 anni) si dice asessuale, pansessuale, bisessuale e omosessuale. Guardando alle differenze in base al sesso biologico, il 73,5 per cento dei maschi e il 62,9 per cento delle femmine si dichiarano eterosessuali.
Due partecipanti su tre non hanno ancora avuto il primo rapporto sessuale completo. I “grandi” (19-24 anni) guidano la schiera di chi ha già fatto sesso con poco più del 40 per cento, seguiti dai più piccoli (15-18 anni) con meno del 30 per cento e i giovanissimi (11 – 14 anni) che detengono solo il 7 per cento. Sono soprattutto gli eterosessuali ad aver vissuto l’esperienza. Le emozioni provate dai giovani riguardo alla sessualità sono molteplici. Quella che emerge più è il senso di piacere e desiderio che la sessualità trasmette ai ragazzi. Ad affermare ciò è un giovane su quattro. Ma più del 10 per cento di giovani dice di provare imbarazzo. Sono più le femmine rispetto ai maschi a provarlo, così come i ragazzi/e con età tra gli 11 e i 14 anni.
Armi di difesa
È il preservativo il re dei metodi contraccettivi e di protezione dalle infezioni sessualmente trasmissibili. Fra coloro che hanno già fatto sesso, il profilattico viene scelto dal 54 per cento. Ma c’è sempre chi trasgredisce: il 14 per cento di chi ha avuto un rapporto completo dichiara di non aver usato nulla l’ultima volta. In particolare, a non utilizzare alcun metodo di protezione sono i più piccoli della fascia fra i 11 e i 14 anni e chi ha un orientamento omosessuale. Sempre fra chi ha avuto rapporti, il 29 per cento dichiara di essere ricorso alla “pillola del giorno dopo”. Tra questi, il 18 per cento afferma di averne fatto uso una volta sola. Fra chi ha avuto rapporti, l’11 per cento l’ha usata più volte e, nella fascia 11-14 anni, il 12 per cento più di tre volte. Un dato che emerge è il numero di coloro che hanno richiesto l’interruzione di gravidanza pari al 6 per cento dei giovani che hanno già avuto un rapporto completo, vale a dire l’1,16 per cento del totale delle ragazze e il 3,3 per cento dei ragazzi che hanno partecipato all’indagine. I giovani dimostrano di avere una buona consapevolezza rispetto al metodo più adeguato da utilizzare per evitare di contrarre malattie sessuali: il preservativo vince per il 94 per cento dei rispondenti. Una parte dei partecipanti però, confonde ancora i metodi contraccettivi come protezione dalle infezioni sessualmente trasmissibili, ad esempio la pillola o l’anello.
Poco più della metà dei partecipanti dichiara di vivere o di avere avuto in passato una relazione sentimentale. I ragazzi scelgono come partner una persona che li faccia sentire capiti (49 per cento) e che condivida gli stessi interessi (22 per cento). Una minoranza sceglie il partner, in ordine: per la bellezza fisica, per attrazione sessuale, per non stare solo o per sentirsi come gli altri. Sono soprattutto le ragazze e i giovani con età tra i 15 e i 18 anni a cercare una persona che li facciano sentire capiti. “La pandemia potrebbe aver inciso sulle relazioni con gli altri e con sé stessi, in quanto i giovani riportano attualmente di avere preoccupazioni rispetto al proprio corpo (29 per cento), soprattutto le femmine e i più giovani, e preoccupazioni rispetto al rapporto con gli altri (20 percento)”, osserva Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president Fiss.
Gelosia e violenza
Dall’indagine emergono risultati significativi riguardo al tema della gelosia e al tasso di violenza nelle relazioni affettive. Il 36,9 per cento dei giovani dichiara di aver avuto un rapporto amoroso con un partner eccessivamente geloso e il 6,7 per cento di loro attualmente ha una relazione sentimentale con un lui o una lei gelosi. Sulla tematica della violenza all’interno di una relazione sentimentale emerge un dato che desta preoccupazione. “Il 23 per cento riporta di aver subito violenza dal proprio partner; mentre il 12 per cento afferma di aver agito qualche forma di violenza sul partner. In particolare, il 14 per cento dei rispondenti dichiara di aver subito violenza verbale e psicologica dal partner, il 6 per cento violenza sessuale e il 3 per cento di tipo fisico”, sottolinea Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona e vicepresidente Fiss.
Gli amici sono i maggiori confidenti in caso di problemi di coppia per la maggior parte dei casi ma c’è ancora chi si confida con la mamma (10 per cento). Immaginando di ricevere un rifiuto da un potenziale partner, la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze reagirebbe accettandolo, mentre in quota minore altri farebbero finta di nulla o cercherebbero di cambiare approccio. “Davanti a una frustrazione, la maggior parte dei partecipanti all’indagine risponde che reagisce prendendosi del tempo. Il resto si chiede cosa non va in lui o lei oppure piange di nascosto. Una minoranza (7,3 per cento) pensa di vendicarsi usando amici o amiche per rovinare la vita a chi l’ha deluso e il 4,6 per cento invierebbe messaggi online denigratori. In caso di delusione, le reazioni più aggressive di denigrazione del partner sono utilizzate maggiormente dai ragazzi più grandi (messaggi denigranti 13,1 per cento; rovinare la vita tramite amici 21 per cento)”, commenta Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologa clinica, direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, componente del direttivo Fiss.
Dati sull’indagine
Il questionario composto da 48 item è stato diffuso attraverso il sito Skuola.net nel mese di novembre 2021. Hanno risposto 3500 adolescenti e giovani adulti tra gli 11 e i 24 anni. I risultati verranno illustrati suddivisi per quattro tematiche: l’impatto del Covid-19 sulle relazioni e sull’uso di internet; l’orientamento sessuale, il rapporto completo, i vissuti, la contraccezione e l’Ivg; il sexting; l’educazione sessuale. L’indagine completa verrà presentata in occasione del convegno dell’Osservatorio che si terrà il 24 giugno 2022 organizzato dalla Fiss.