Sillabario di medicina alfabetica, presentato in anteprima a Palermo
Palermo – “Sillabario di medicina alfabetica” è il titolo del libro per bambini di Consuelo Maria Valenza (Navarra Editore, pp. 64, € 12,00, ISBN 9788832055948, età di lettura 6+) che, venerdì 5 Maggio 2023 alle ore 17.30, verrà presentato in anteprima a Palermo presso il Parco del Sole – Chiesa san Giovanni Decollato (Piazzetta san Giovanni Decollato, 1).
Una bella dottoressa dagli occhi neri e i capelli scompigliati e la sua assistente cagnolina Nina vi invitano a conoscere uno speciale ambulatorio di medicina alfabetica in cui le lettere vengono rimesse al loro posto, le parole curate con passione e i dolori e gli errori dei bambini confortati.
Alla presentazione interverranno Massimo Messina, Presidente Associazione Parco del Sole; Anna Sorci, autrice di testi scolastici e insegnante; Daniele Billitteri, giornalista e scrittore. Saranno presenti l’autrice Consuelo Maria Valenza, l’illustratrice Debora Viglia e l’editore Ottavio Navarra. Interventi degli alunni della II A e V A della scuola primaria Lombardo Radice. Spazio musicale a cura di Elisabetta Giuffrida accompagnata da Alessia Misiti.
Un libro dalla doppia lettura: divertente per i più piccoli, utile come strumento pedagogico per gli educatori. Consuelo Maria Valenza, linguista e insegnante di sostegno, sublima in questo spassosissimo testo per bambini la sua esperienza nella scuola e il lavoro sui disturbi del linguaggio e sull’accettazione dell’errore. Di alcune giornate trascorse nel suo “ambulatorio scolastico” la Valenza ha preso nota in questo “Sillabario di medicina alfabetica”, e nella postfazione al testo racconta di come è diventata “dottoressa delle parole”.
“Occhi grandi, capelli neri e sorriso bello, uno dei più belli che abbia mai visto. – scrive la Valenza – Quando si accendeva, riusciva anche a fare calda una giornata di tardo inverno. Gli errori, però, facevano infuriare quel bambino che magro magro quasi spariva nel suo grande grembiule. E allora il suo sorriso non sorrideva più e accennando ad una smorfia, uff uff, sbuffava. A volte a venir giù erano lacrimoni, grandi ma così grandi che si sarebbe potuto fare mare in ogni posto asciutto. Allora, una mattina, una di quelle qualunque, accanto a lui – sono insegnante di sostegno da più di dieci anni, ma meno di quindici – ho deciso di indossare un grembiule bianco, bianco e bianchissimo e di prendermi cura delle sue parole malaticce con l’aiuto della mia cara Nina, una quattrozampe tutta pelo e grasso. Di lei i miei alunni in un modo o nell’altro si sono innamorati, forse per la sua simpatia tutta english, forse per la sua caparbia golosità, forse per la sua invadenza esibita con assoluta tranquillità. Sono diventata una dottoressa delle parole…”