Psoriasi. Un anticorpo monoclonale libererà la pelle dalle lesioni?

In evidenza, Ricerca

“La pelle è un sottile foglio di tessuto che avvolge il corpo (…) è un confine tra il mondo esterno e quello interno, tra l’ambiente e il proprio sé”.

Così l’antropologo e sociologo francese David Le Breton ama definire la pelle. E, anche se è ormai riconosciuto che non sia solo un “problema di pelle”, il legame tra psoriasi e pelle è inevitabile.

In Italia si stima siano affette da psoriasi circa 1,5 milioni di persone con una prevalenza pari al 2,8% della popolazione. A livello mondiale, la prevalenza della patologia nei diversi Paesi varia tra lo 0,09 % e l’11,4 %, rendendo la psoriasi un grave problema globale.

La patologia colpisce inoltre donne e uomini senza particolari distinzioni e può comparire a qualsiasi età, tuttavia la prevalenza della psoriasi aumenta con l’avanzare dell’età. La malattia presenta un picco bimodale di insorgenza: il primo è compreso tra i 16 e i 22 anni, il secondo tra i 57 e i 60 anni.

La psoriasi non è solo una questione di pelle: può infatti influenzare la vita giornaliera di quanti ne sono affetti e i pazienti possono provare stress, rabbia, frustrazione, sensazione di imbarazzo e malessere fisico. Alcuni dati emersi da una recente indagine del CENSIS, che ha preso in esame la qualità di vita del paziente psoriasico, mostrano come la paura dell’evoluzione della malattia (quasi il 65%) e la vergogna per i segni sul corpo (56%), il fastidio per il timore che le altre persone hanno di essere contagiate (circa il 52%), condizionino fortemente la condizione psico-fisica dei pazienti: solo il 24% si dichiara soddisfatto della propria vita. La maggior parte sviluppa un senso di rassegnazione, il 48% dei pazienti più gravi riconosce invece di avere spesso periodi di depressione. Per i più giovani (un quarto) anche l’intimità con il partner è compromessa. La ricomparsa dei sintomi è il principale evento critico indicato dal 35,6% degli intervistati, seguito dalla comparsa dei sintomi iniziali della malattia (31,8%).

A Milano è stato presentato l’arrivo in Italia del secukinumab, primo anticorpo monoclonale approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa, quando è richiesta una terapia sistemica. L’indicazione terapeutica è stata approvata dalle Autorità Sanitarie sulla base degli studi clinici nei quali il farmaco ha dimostrato il raggiungimento e il mantenimento di una cute esente o quasi da lesioni (da PASI 90 a PASI 100) in 8 pazienti su 10.

“Avere la pelle pulita dalle lesioni – ha dichiarato Giampiero Girolomoni, presidente SIDeMaST e professore Ordinario di Dermatologia dell’Università di Verona – è l’esigenza primaria che ci viene espressa dai pazienti. Grazie all’introduzione in Italia del secukinumab, possiamo ora raggiungere l’importante obiettivo della Clear Skin per offrire ai pazienti una migliore qualità di vita”.

Il secukinumab è un anticorpo monoclonale totalmente umano che neutralizza selettivamente l’interleuchina17A (IL-17A). Tra i risultati più significativi emerge come l’efficacia del secukinumab si mantenga nel tempo fino a 3 anni.

“La psoriasi – ha affermato Mara Maccarone, presidente dell’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (A.DI.PSO.) – è però una malattia con percentuali sottostimate, poiché coinvolge una fascia della popolazione molto più ampia, probabilmente non dichiarata o non ancora diagnosticata. Secondo un’indagine da noi condotta, un malato di psoriasi su cinque non sa a chi rivolgersi, uno su quattro tenta di curarsi da solo, solo il 16% dei medici di famiglia prescrive una visita dermatologica e solo nel 15% dei casi il medico di famiglia indirizza i pazienti ai centri specializzati. La nostra Associazione si batte ormai da quasi trent’anni affinché emerga il sommerso di questa patologia e i pazienti si sentano sostenuti fin dal momento della diagnosi.”

Per favorire la comunicazione e un’alleanza terapeutica tra medico e paziente nasce PSOLife, un progetto multi-canale che guida il paziente nell’aderenza alla terapia e nella valutazione dell’impatto della psoriasi sulla propria qualità di vita.

I servizi di PSOLife:

  • PSOLIfe APP: un sito web di monitoraggio per il clinico collegato alla APP del paziente
  • PSOLife CARE: un servizio di supporto al paziente anche a domicilio
  • PSOLife LINE: una linea telefonica dedicata ai dermatologi PSOLife
  • PSOLife NET: una community per i dermatologi PSOLife

Come spiega Giampiero Girolomoni: “PSOLife rappresenta un’innovazione integrata che sostiene medico e paziente nella gestione del secukinumab nella vita quotidiana. Il progetto, di fatto, accompagna chi è affetto da psoriasi nel percorso terapeutico e nella valutazione dell’andamento della malattia da parte del proprio specialista”.

La psoriasi è una malattia persistente e progressiva: i pazienti che ricevono una diagnosi di psoriasi hanno bisogno di una cura per tutta la vita, che in termini economici equivale a una spesa costante. Il suo impatto implica dunque un onere economico per la società.

In Italia la spesa sanitaria per i pazienti con psoriasi è pari all’1,8% della spesa sostenuta dal Sistema Sanitario Nazionale. Oltre ai costi sanitari diretti vanno considerati anche i costi indiretti, che derivano dalla perdita di produttività del paziente soprattutto per motivi legati alle proprie condizioni psicologiche negative.

Ad oggi, l’investimento in farmaci biologici per la cura della psoriasi in Italia è pari a 140 milioni di euro, meno dell’1% della spesa farmaceutica complessiva nel 2015.

“È per noi motivo di grande soddisfazione – ha detto Gaia Panina, Head of Immunology & Dermatology Franchise di Novartis – che il secukinumab per il trattamento della psoriasi da moderata a severa sia disponibile anche per i pazienti italiani. L’efficacia di questo farmaco biologico è testimoniata, inoltre, dalla sua recente approvazione in Europa e negli Stati Uniti anche per il trattamento dell’artrite psoriasica e della spondilite anchilosante. Novartis, dunque, intende proseguire il suo impegno sul fronte della ricerca scientifica e dell’innovazione e sta già lavorando per garantire l’accesso alla cura per le persone che soffrono di queste patologie nel nostro Paese.”

psoriasi

Gli esperti consigliano:

 

  • Segui un regime alimentare equilibrato e mantieni il peso-forma
  • Fai attività fisica, perché il movimento induce il tuo corpo a rilasciare endorfine, sostanze chimiche nel cervello che possono migliorare l’energia e l’umore
  • Quando possibile non grattare le lesioni e tenta di limitare al massimo lo stress
  • Fai docce non troppo calde. Evita quelle prolungate che possono acuire l’irritazione e la secchezza della pelle
  • Asciuga la cute con un asciugamano senza strofinare
  • Mantieni la cute idratata per ridurre rossore e prurito. Subito dopo il bagno o la doccia applica creme emollienti. Conserva le creme in frigorifero
  • Indossa indumenti leggeri per avere la pelle più fresca possibile e evita la pressione della stoffa sulla pelle
  • Evita abiti troppo stretti e aderenti, con elastici e bottoni che possono provocare piccoli traumi o irritazioni
  • Condividi le tue esperienze con altre persone affette da psoriasi per trovare sostegno, educazione e informazioni sulla gestione della patologia5. Raccontare la propria esperienza può infatti aumentare la fiducia in te stesso, ridurre il senso di isolamento e aiutare a fornire pratici consigli su come convivere con la psoriasi

 

Fondamentale è seguire le raccomandazioni del medico specialista.

 

La nostra psoriasi in estate

 

Anche se esporsi al sole fa bene, presta attenzione e prendilo a giuste dosi. Basti pensare che il 5% circa di casi di psoriasi è peggiorato da un’eccessiva e non “attenta” esposizione solare.

L’estate è ormai prossima: ecco, dunque, il decalogo per la corretta gestione della psoriasi durante la stagione estiva:

  • L’esposizione solare “equilibrata” è utile nelle forme lievi di psoriasi
  • Prendere il sole moderatamente può ottimizzare i risultati di terapie farmacologiche
  • Evitare di stare al sole in modo intenso e prolungato per le possibili conseguenze negative sulla cute. L’esposizione al sole raramente riesce da sola a controllare la malattia nei casi di forme moderate-gravi
  • Alcune terapie sistemiche vanno usate con cautela durante i periodi di esposizione solare prolungata
  • Prendere il sole non è in grado di sostituire la fototerapia (PUVA o UVB a banda stretta) nella maggior parte dei casi
  • Idratare sempre accuratamente la cute dopo essere stati al sole
  • Non interrompere spontaneamente terapie sistemiche. Consultare in ogni caso il dermatologo che ha prescritto la terapia
  • Conservare i farmaci biologici in frigorifero

 

 

 

Stampa la pagina

Condividi l'articolo su

Lascia un commento