Prem Rawat, “dai medici ci aspettiamo miracoli, ma sono esseri umani”

Piccole dosi

Gli ospedali esistono per migliorare la qualità della vita, non per aggiustare le stupidità altrui”. È uno dei passaggi dell’intervento di Prem Rawat, ambasciatore di pace del mondo, ieri nell’aula magna dell’Ospedale Cervello nel corso del meeting sulla Rete degli ospedali per la pace, organizzato dall’Azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello.

“Essere dottori – ha detto Rawat soffermandosi sul ruolo degli ospedali e dei medici – è assolutamente stressante perché le aspettative spesso sono fuori dal mondo e ci si aspettano miracoli. I pazienti spesso dimenticano, però, che i dottori sono esseri umani, ma i pazienti stessi dovrebbero ricordare che lo sono anche loro. Per migliorare la qualità di vita bisogna infatti innanzitutto comprendere sé stessi. Per una vita migliore bisogna partire dal guardare dentro noi stessi e comprendere che il bene più importante che si ha al mondo è proprio la salute”.

Rawat ha così ufficialmente dato il via alla Rete degli ospedali per la pace, progetto lanciato dall’Azienda Villa Sofia-Cervello attraverso il Servizio educazione alla salute diretto dal dottor Salvatore Siciliano che ha organizzato l’evento. Un’iniziativa che vede insieme tutte le aziende sanitarie dell’area metropolitana di Palermo per azioni virtuose che mettano al primo posto il benessere complessivo dell’individuo. Un gruppo di lavoro interaziendale metterà a punto nelle prossime settimane una serie di progetti operativi, partendo dai principi stabiliti dal Pledge To Peace, la Dichiarazione di Bruxelles del 2011, nata per promuovere i valori della pace e della quale Prem Rawat è il primo firmatario e ambasciatore.

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