Riforma ordini dei medici. Amato, mobilitiamoci o sarà uno scempio
“Serve un’immediata mobilitazione prima che lo scempio diventi realtà. La politica sta perdendo il ‘faro’ delle sue competenze. A pochi mesi dalle elezioni politiche nazionali, entra a gamba tesa anche sui principi di scienza e coscienza dei medici, sulla cui applicazione è l’istituzione ordinistica a vigilare. L’indecoroso disegno di legge Lorenzin, che dovrebbe riformare gli Ordini territoriali, sembra essere già stato calendarizzato per essere discusso alla Camera tra pochi giorni. Obiettivo: gestire gli Ordini, indebolendo, delegittimando e umiliando l’autogoverno di una categoria professionale da cui dipende la salute delle persone e la serenità dei medici di tutto il Paese”.
A lanciare l’allarme il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Palermo, Toti Amato, in linea con molti altri presidenti Omceo d’Italia, sull’urgenza di un consiglio straordinario sul tema, disertando anche tutti i tavoli istituzionali aperti tra rappresentanti della Federazione e Governo.
“Con un colpo di mano – prosegue Amato – e nonostante la bocciatura della Federazione nazionale dei medici (Fnomceo), per interessi politici, il governo tira dritto sul testo che disciplina le professioni sanitarie approvato in Senato, cercando di imporre al Paese il pasticcio di un Ordine omnibus che metta nello stesso pentolone tutte le professioni sanitarie, vecchie e nuove, anche quelle più fantasiose che, non avendo competenze primarie, non hanno mai avuto neppure la necessità di essere rappresentate da un Ordine professionale. Uno stravolgimento che non riconosce le differenze delle professioni sanitarie e sconfessa il grande valore etico nella società di un’intera storia medica”.
“La riforma Lorenzin è l’ultimo ‘mostro’ pensato dalla politica- conclude il presidente dell’Omceo – Se approvato, non solo non potrà essere all’altezza delle sfide attese da oltre settant’anni dalla sanità e da tutte le professionalità, ma farà scempio dell’asset ordinistico, e a cascata, del decoro della professione medica e della qualità della sua prima missione: la salute delle persone”.