Gastrectomia per via endoscopica, eseguita all’Ismett per la prima volta

Ricerca

Palermo – Tumore allo stomaco asportato solo per via endoscopica. È la prima volta al mondo che accade,  fino ad oggi questo tipo d’intervento, infatti, è stato sempre eseguito solo per via chirurgica. La letteratura scientifica riporta pochi tentativi di approccio endoscopico, solo in Cina alcuni interventi analoghi sono stati portati a termine ma con tecniche di sutura obsolete.

Il delicato intervento è stato realizzato all’ISMETT dal dottor Antonino Granata e dal dottor Mario Traina su una paziente di 51 anni che è stata in grado di muoversi subito dopo il risveglio dall’anestesia, di rialimentarsi già dopo 48 ore ed ha potuto lasciare l’ospedale solo dopo tre giorni dall’intervento.

L’intervento è stato possibile grazie al nuovo sistema di sutura endoscopica che permette di “ricucire” il foro effettuato durante la procedura.

La donna è stata sottoposta ad una vera e propria gastrectomia cuneiforme, ovvero un’asportazione di un tratto di tessuto dello stomaco a forma di cuneo, per via endoscopica con cui è stata totalmente rimossa la neoformazione allo stomaco che l’aveva colpita.

Due le principali fasi dell’intervento: resettiva e di sutura. La fase resettiva è stata portata avanti con un elettrobisturi endoscopico miniaturizzato che ha consentito la rimozione della neoformazione e della parete gastrica adiacente – in modo da rendere l’intervento oncologicamente radicale – creando una voluminosa perforazione allo stomaco finora non gestibile endoscopicamente. La seconda fase, quella di chiusura della parete gastrica è la più innovativa. Grazie ad uno strumento di sutura endoscopica di nuova generazione la parete gastrica è stata richiusa senza necessità di fastidiosi tagli nella parete addominale e/o dolorosi tubi di drenaggio.

La possibilità di intervenire per via endoscopica apre, quindi, nuovi scenari: intervenire su lesioni prima di appannaggio esclusivamente chirurgico, ridurre il dolore post-operatorio  e i tempi di degenza.

Antonino Granata

“È da anni che aspettiamo uno strumento endoscopico efficace per suturare la parete intestinale dall’interno  – spiega Antonino Granata – ed oggi è realtà. La tecnica utilizzata in ISMETT è in linea con il moderno approccio terapeutico che prevederà sempre di più in futuro tecniche mini-invasive, come sono quelle endoscopiche, al posto della tradizionale chirurgia. Ciò garantirà al paziente un recupero più veloce e limiterà i rischi correlati alla chirurgia, nonché costituirà un risparmio per la spesa sanitaria”.

Il team dell’IRCCS ISMETT lavora per lo sviluppo di tecniche mini-invasive che consentono il trattamento di patologie prima di esclusivo appannaggio chirurgico. Lo scorso anno, era stata eseguita la prima volta una gastro-entero-anastomosi su un paziente con ostruzione neoplastica duodenale.

Stampa la pagina

Condividi l'articolo su

Lascia un commento