Malattie respiratorie, in arrivo nuovi dispositivi inalatori
In Italia, tra le terapie di mantenimento per asma e Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), la terapia inalatoria corrisponde a una quota fra l’80 e il 90% dei farmaci prescritti, una cifra in linea con il resto dei Paesi dell’Europa occidentale. “Per arrivare al livello broncopolmonare, infatti, serve un erogatore adatto a una terapia inalatoria, che è assai più complessa rispetto a una semplice compressa e richiede particolare attenzione per quanto riguarda prescrizione e utilizzo” dichiara il dottor Andrea Melani, Dirigente Medico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.
“Sono già disponibili sul mercato vari dispositivi e grazie alle moderne tecnologie presto ce ne saranno altri in grado di migliorare l’efficacia della terapia inalatoria” afferma il dott. Federico Lavorini, Dirigente Medico Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze. “A breve saranno disponibili degli erogatori, del tipo delle classiche bombolette, in grado di essere attivate semplicemente dal respiro, senza dunque il bisogno di coordinare espirazione e inspirazione, una manovra difficile per la stragrande maggioranza dei pazienti. Si diffonderanno maggiormente anche i dispositivi portatili, molto più semplici e comodi da utilizzare”.
L’altra grande novità saranno i nuovi device che permettono di erogare molteplici farmaci da un unico spray. Ciò comporterà un sicuro miglioramento nella cura delle patologie respiratorie, ma permetterà anche di ovviare al problema dell’aderenza alla terapia, che nelle malattie respiratorie, secondo AIFA, viene rispettata pienamente solo nel 10-15% dei casi. Un paziente che non assume correttamente le cure necessarie non può avere un controllo ottimale della patologia cronica.
Fondamentale a questo proposito è il ruolo dei medici di famiglia: una conoscenza dettagliata della storia clinica del paziente è infatti indispensabile, poiché esistono centinaia di inalatori e la prescrizione di ciascuno di essi dipende dalle caratteristiche del soggetto in questione e dalle patologie di cui questi soffre. “Si va verso una personalizzazione della terapia” aggiunge il dott. Melani. “Ma la concertazione deve essere ancora più ampia e andare oltre il coinvolgimento di specialisti, medici di base e pazienti: deve riguardare anche farmacisti, infermieri, fisioterapisti e gli stessi produttori devono fornire chiare e precise indicazioni su come si usano i loro devices; come e dove si conservano, come si caricano, come e quante volte si inala; le aziende devono mettere a disposizione degli utilizzatori tutte le funzionalità di questi device. Un uso non corretto o un device inadatto al soggetto infatti può danneggiare il paziente”.
Di questi temi si è parlato il 7 e l’8 giugno a Verona, in occasione del 1° Congresso Nazionale “I device inalatori nella governance delle malattie vie aeree”, presieduto e organizzato dal Prof. Roberto Dal Negro, Responsabile del CESFAR, Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria di Verona. Oltre 300 gli specialisti accreditati, provenienti da tutta Italia, con presenze di rilievo anche dall’estero.
Le malattie respiratorie in Italia (dati ISTAT) sono la terza causa di morte per gli uomini (77,1 morti per 100 mila abitanti); tra le donne, invece, sono la quinta causa di morte, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. I dati del 2013, inoltre, segnano un trend in negativo rispetto al 2009: da 39.949 a 43.444, da 67,6 casi ogni 100mila abitanti ai 73. Le regioni con i maggiori decessi sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D’Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).
“Oltre alle nuove terapie inalatorie per combattere le principali malattie respiratorie, il Congresso ha approfondito in modo specifico le tecnologie e gli strumenti più evoluti per l’assunzione delle terapie più efficaci” – spiega il Prof. Roberto Dal Negro – Essendo la terapia inalatoria il gold standard per la gestione di queste malattie, abbiamo certamente parlato di ostruzione delle vie aeree, di farmacologia dell’ostruzione bronchiale, ma soprattutto dei sistemi più moderni e tecnologicamente più avanzati in grado di ottimizzare l’effettuazione della terapia inalatoria, di nursing specialistico, di indicatori di performance. Infatti, se è importante la conoscenza delle caratteristiche farmacologiche dei farmaci da usare, altrettanto importante è la conoscenza dei sistemi per l’erogazione dei farmaci, perché da questi dipende oltre il 60% dell’efficacia della terapia: conoscere bene i dispositivi inalatori significa veramente procedere verso la personalizzazione della terapia”.