“Blind Vision”, gli occhi al centro dell’identità
Dall’11 al 15 giugno la Rappresentanza Permanente dell’Italia alle Nazioni Unite presenta la mostra personale “Blind Vision” di
– in occasione della Conferenza mondiale della disabilità (CRPD-Conference on Rights of Persons with Disabilities).
Ieri l’opening con un cocktail offerto dall’Ambasciatore Sebastiano Cardi o e a cui sono intervenuti di capi di stato e di governo provenienti da tutti i paesi del mondo, oltre a collezionisti, critici d’arte, curatori e vari personaggi del Jetset Newyorkese.
Il solo show si terrà nell’area 1b Neck Area – il centro nevralgico delle Nazioni Unite e saranno 15 le opere in esposizione, 15 iridi dei protagonisti non vedenti accompagnate dalle frasi di ognuno di essi. Due schermi proietteranno le immagini dell’installazione multimediale e del documentario. Il giorno 13 giugno ci sarà un nuovo opening in cui l’artista farà l’eye shooting a chi vorrà realizzare la propria opera d’arte dell’occhio.
In Italia ci sono circa 360.000 ciechi e oltre 1,5 milioni di ipovedenti; di questi ultimi oltre il 60% ha un’età superiore a 50 anni. Tra il 2010 ed il 2030 si prevede un aumento di non vedenti di circa il 25% a causa dell’invecchiamento della popolazione. Degenerazione maculare legata all’età, glaucoma, retinopatia diabetica rappresentano le cause più frequenti di cecità e ipovisione nei Paesi industrializzati (fonte: ANSA)
Blind Vision è un progetto nato dalla volontà dell’artista di esplorare l’universo di quelle persone che percepiscono il mondo con sensi alternativi alla vista. Il progetto non solo costituisce una ricerca artistica e sociale sulla percezione umana, ma cerca anche di riaffermare i valori e i contributi di un gruppo di individui che sono una parte attiva della società. Blind vision si pone l’obiettivo di un’integrazione sociale e culturale di persone con diversa abilità visiva.
In questa installazione gli occhi dei non vedenti si accompagnano a frammenti della loro vita. Si tratta di donne, uomini e ragazzi che hanno perso la vista, testimonianze di vita vera che rivelano al visitatore le difficoltà quotidiane di una vita al buio. Rabbia, paura, malinconia, ma anche una straordinaria voglia di vivere. Si viene catapultati in un viaggio sensoriale ed emotivo, un viaggio di luce che possa essere capace di “illuminare le menti” nei confronti di un mondo abbandonato ingiustamente nell’oscurità.
Gli occhi sono il centro della ricerca artistica di Annalaura di Luggo che ha scelto l’iride come simbolo dell’identità e dell’unicità di ogni essere umano: dalle star di Hollywood ai senza fissa dimora, dai politici internazionali ai carcerati, dietro l’obiettivo della macchina fotografica brevettata dall’artista sono state immortalate migliaia di persone di ogni tipologia. Oltre allo scatto fotografico l’artista raccoglie, con un’intervista, tracce della personalità di ogni soggetto che restano parte integrante dell’opera.
Il progetto Blind Vision è iniziato nel novembre 2016 quando l’artista ha incontrato un gruppo di persone completamente o parzialmente non vedenti, di diversa età, professione e istruzione, con l’obiettivo di stabilire un rapporto durante il quale ha fotografato l’iride dei loro occhi invitandoli a condividere l’esperienza di vivere con un senso in meno.
L’esperienza si è poi materializzata nell’installazione multimediale, curata da Raisa Clavijo, la mostra “A Journey of Light”, la scultura tattile Essenza, creata dall’artista per essere percepita da persone con disabilità visive e il documentario diretto da Nanni Zedda.
Blind Vision è stato un evento artistico ufficiale del Maggio dei Monumenti 2017 di Napoli, realizzato all’Istituto Colosimo per non vedenti e ipovedenti con il patrocinio morale di Regione Campania, Comune di Napoli e Unione Italiana Ciechi onlus (Sezione Napoli), con la collaborazione dell’Associazione Teatro Colosimo e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli (Museo Madre di Napoli). La mostra è stata poi presentata a giugno 2017 all’art Basel di Basilea e dal 7 dicembre 2017 all’8 gennaio 2018 l’installazione è stata voluta dal Sindaco di Napoli e dal Soprintendente ai beni culturali al centro di piazza dei Martiri dove l’artista ha creato un’edizione speciale in una cupola nera che ha catturato l’attenzione di oltre 15.000 visitatori tra turisti italiani e stranieri. A Febbraio 2018 Blind Vision ha avuto un’edizione speciale a Cortina per il GIS (giornalisti sciatori). La mostra sarà poi presentata dopo l’estate a Milano, al Circolo Cobianchi in galleria, a Torino, a Roma e Firenze. Un grande successo che conferma la forza dirompente del progetto di Annalaura di Luggo che coniuga ricerca artistica e impegno sociale.
Tanti i nomi di artisti, critici e curatori che sono rimasti affascinati dalla potenza comunicativa dell’installazione e hanno scritto del progetto. Steve Kundsen artista, docente di pittura e professore di Savannha, Georgia, USA, dichiara: «Lo scopo dell’artista è chiaramente quello di restituire dignità a persone che vengono spesso respinte in quanto “anomale”, e riaffermare il loro ruolo all’interno della società». A sostenere il progetto anche la Fondazione Donnaregina (MUSEO MADRE di Napoli) che ha conferito a Blind Vision il prestigioso Matronato del Museo Madre volto al riconoscimento e alla promozione di progetti che per il loro valore e qualità culturale stimolano la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo tra diverse discipline e il supporto alla produzione e mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo. Andrea Viliani direttore del museo MADRE scrive: «Articolando questa dicotomia tra mente e corpo, apparenza esteriore e sfera intima, di Luggo sfida il suo metodo d’analisi e i fondamenti stessi della disciplina affrontando lo sguardo di soggetti con disabilità visiva totale o profonda. Approfondendo una relazione di confronto e interazione corrisposta, l’artista ha prediletto un contatto tattile e orale per introdursi in una dimensione di esperienze di comportamento che approfondisce il concetto stesso di “visione” evocandone e condividendone modi alternativi». Della stessa opinione lo scrittore americano Paul Laster dichiara: «L’occhio umano è unico, individuale ed emblematico. Da sempre considerato specchio dell’anima, l’occhio può rivelarci molte cose di una persona, ed è per questo che ha giocato un ruolo così fondamentale nell’arte» e parlando dell’artista aggiunge «Riproponendo in grande scala l’immagine dell’occhio di una persona Annalaura di Luggo immortala l’intero universo in una forma circolare. Grazie al formato gigante, le sue immagini mettono a nudo il carattere individuale di ciascuno dei suoi soggetti».
La curatrice americana Raisa Clavijo afferma: «I risultati di Blind Vision non possono essere percepiti solo come “opere d’arte”, perché ci conducono ad una sublime esperienza di crescita personale che si basa sull’interazione umana».