Tra vent’anni assumeremo ‘pillole cerebrali’ assieme al primo caffè del mattino? +++VIDEO+++

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Tra vent’anni assumeremo ‘pillole cerebrali’ assieme al primo caffè del mattino?

Il potenziamento cognitivo (o brain enhancement) è un fenomeno di cui abbiamo preso consapevolezza negli ultimi dieci, quindici anni.

Nelle università americane dal 7 al 25% degli studenti percorre i corridoi con un portatile in mano e un blister di compresse nell’altra. Dai laboratori di ricerca e dal mondo accademico si diffonde la cultura del potenziamento cognitivo: studenti, militari, piloti, medici, scienziati si trasformano in individui ad ‘alto funzionamento’, capaci di scrivere o lavorare per 20 ore consecutive senza accusare fatica.

Farmaci, ormoni, integratori che promettono di migliorare le capacità di apprendimento, aumentare la memoria, annullare la fatica, rimandare l’invecchiamento del cervello.

Ma – come afferma Johann Rossi Mason autrice di ‘Cervello senza limiti’, la prima inchiesta italiana sul potenziamento cerebrale sono ‘come un additivo per motori già performanti, non una scorciatoia’.

+++Guarda il video+++

https://youtu.be/f7eSs1g9yBc

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