Bambini. Latte fermentato con probiotico riduce le infezioni respiratorie e gastrointestinali

In evidenza, Ricerca

È stato condotto in Italia, con il coinvolgimento dello IEO e delle Università di Palermo, Napoli e Milano il progetto di ricerca, preclinica e clinica che ha sviluppato e sperimentato l’ingrediente funzionale che riduce di oltre il 60% il numero medio di infezioni nei bambini in età prescolare. Meno visite dal pediatra, giorni di assenza a scuola e farmaci. Ridurre il numero raffreddori, tosse e mal di orecchie nei bambini piccolissimi, con tutte le conseguenze che questo comporterebbe. 

Grazie a questo progetto, infatti, si è dimostrato che il latte fermentato con Lactobacillus Paracasei CBA L74  è in grado di stimolare il sistema immunitario e ridurre – appunto- di oltre il 60% il numero medio di infezioni a livello respiratorio e gastrointestinale, in un’ampia popolazione di bambini fra i 12 e i 48 mesi d’età.

Questo è dunque il principale risultato di un iter di ricerca interamente made in Italy che ha visto coinvolti il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Unità Operativa di Neonatologia e TIN Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, la Clinica Pediatrica e Neonatologica dell’Università degli Studi di Palermo, il Dipartimento Sperimentale di Oncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Giovanni Corsello“Oggi la nutrizione – ha dichiarato il professor Giovanni Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria e Direttore della Clinica Pediatrica e Neonatologia dell’Università degli Studi di Palermo – è una frontiera imprescindibile per la pediatria e per la neonatologia. Sulla qualità dell’alimentazione dei bambini si gioca il futuro della loro salute. È quindi cruciale valorizzare quanto più possibile la ricerca scientifica in ambito nutrizionale. Uno degli ambiti di studio più interessanti riguarda il microbiota, quella popolazione di batteri che ricopre le nostre mucose, in particolare quelle intestinali, e che incide non solo sull’assorbimento dei nutrienti ma anche sul funzionamento del sistema immunitario. E la strategia di ricerca più efficace è sicuramente quella che passa attraverso collaborazioni multidisciplinari. A questo proposito, gli studi sulle matrici fermentate, che si sono dimostrate capaci di influenzare la risposta del sistema immunitario migliorando le difese del bambino, rappresentano un esempio virtuoso. Occorre proseguire su questa strada, con ulteriori studi e approfondimenti, perché, così come per la medicina, anche per la nutrizione è necessario un approccio che sia sempre più a misura di bambino”.

La nostra sfida è stata quella – ha affermato il professor Roberto Berni Canani, del Dipartimento di scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha coordinato lo studio clinico sull’innovativo ingrediente – di sfruttare in chiave moderna il tradizionale processo fermentativo, normalmente utilizzato per la produzione di tanti altri alimenti di uso comune, ad esempio lo yogurt. Abbiamo fermentato il latte vaccino con il probiotico di origine umana L. Paracasei CBA L74, che ha rilasciato sostanze benefiche, dette ‘postbiotici’, analizzandone poi gli effetti in un campione di circa 400 bambini italiani che frequentavano l’asilo. Questi bambini, per la generale immaturità del loro sistema immunitario, sono vulnerabili al rischio di contrarre infezioni a carico delle vie respiratorie e del tratto gastrointestinale. Rispetto al gruppo placebo, con il nuovo ingrediente si è registrata una diminuzione del 64% del numero medio di infezioni per bambino. Questi benefici sono ricon­ducibili all’azione che il latte fermentato con L. paracasei CBA L74 ha sull’immunità innata e acquisita. Abbiamo, inoltre, osservato una riduzione dell’uso di farmaci, come antibiotici, antipiretici e steroidi sino al 60%, e del numero di visite mediche, assenze da scuola e giorni di lavoro persi per i genitori”.

Come ha spiegato la professoressa Maria Rescigno dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità di Immunologia delle Cellule Dendritiche presso l’Istituto Europeo di Oncologia, “le matrici fermentate si ottengono a seguito del processo di fermentazione svolto da batteri benefici per il nostro organismo, i probiotici. Quando un alimento viene fermentato da un batterio genera metaboliti chiamati ‘postbiotici’. Attraverso studi in vitro abbiamo riscontrato che i postbiotici de­rivati dalla fermentazione del latte con L. paracasei CBA L74 sono in grado di svolgere un’attività antiinfiammatoria, regolando la produzione di due citochine chiave per il sistema immunitario. Le matrici fermentate, inoltre, si sono dimostrate efficaci nel modificare le nostre mucose proteggendole dagli agenti infettivi. Queste caratteristiche, tra l’altro, vengono trasferite dalla mamma al figlio, ragion per cui possiamo concludere che dovremo anche cominciare ad alimentare meglio le nostre gestanti”.

Per il professor Fabio Mosca, Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia e TIN della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, “i risultati ottenuti dai recenti studi sulle matrici fermentate sono una novità davvero emozionante per chi si occupa di salute infantile. I postbiotici ottenuti dal processo di fermentazione con L. paracasei CBA L74 rappresentano una grande innovazione perché hanno dimostrato non solo di poter modulare la flora intestinale ma anche le difese immunitarie del bambino, con una riduzione dell’incidenza di infezioni respiratorie e a carico dell’apparato gastrointestinale. Attualmente stiamo conducendo un ulteriore studio per analizzare gli effetti delle matrici fermentate anche nel neonato. L’obiettivo è osservare, fin dai primi giorni di vita, come queste sostanze possano cambiare la modulazione del sistema immunitario, sia nei bambini che nascono da parto spontaneo, sia in quelli nati con taglio cesareo; due popolazioni che, considerando il pattern della flora intestinale, si differenziano molto”.

Stampa la pagina
Condividi l'articolo su

Lascia un commento