Cistite semplice, una fastidiosa patologia

Piccole dosi

Nell’arco della vita, ne soffre 1 donna su 2. Colpisce prevalentemente l’universo femminile, con un impatto sociale ed economico rilevante: si stima, infatti, che oltre il 50% delle donne ne abbia sofferto almeno una volta nella vita e che il 20-30% abbia avuto un secondo episodio, entro 6 mesi dalla prima manifestazione. È la cistite semplice, un’infezione non complicata della basse vie urinarie, che provoca un aumento nella frequenza delle minzioni, accompagnato da dolore e bruciore durante l’emissione di urina.

La cistite è una patologia – spiega Alessandro Rossi, medico di Medicina Generale, componente della Giunta esecutiva e responsabile Area Malattie Infettive della SIMG – abbastanza diffusa, tipica della giovane donna in età fertile: circa il 20% delle pazienti che si recano dal proprio medico di famiglia soffre di questo disturbo. I principali sintomi sono quattro: il bisogno di doversi recare spesso in bagno, uno stimolo continuo a urinare, difficoltà a emettere urina e dolore alla minzione. Si tratta, quindi, di una sintomatologia molto fastidiosa, che impatta sulla qualità di vita delle donne e che necessita dunque di un trattamento con un farmaco ad azione rapida, sicuro ed affidabile”.

Le cause

Oltre ad alcuni comportamenti a rischio che possono favorirne l’insorgenza – come la tendenza a trattenere troppo a lungo le urine, un’igiene intima con detergenti troppo aggressivi, che alterano la flora vaginale, oppure rapporti sessuali non protetti con più partner – la causa principale della cistite semplice è la presenza di alcuni batteri provenienti dal tratto gastrointestinale, in particolare l’Escherichia Coli (in oltre l’85% dei casi). L’agente patogeno, per la sua capacità di superare la barriera dell’epitelio vescicale e insediarsi all’interno dei tessuti, è anche il responsabile del verificarsi di cistiti ricorrenti: è pertanto importante impiegare una terapia antibiotica che non sia soltanto efficace a livello delle urine, come disinfettante, ma che riesca a penetrare nei tessuti, per ridurre il tasso di recidive. Tra i fluorochinoloni di ultima generazione, la prulifloxacina, profarmaco dell’ulifloxacina, presenta alcune caratteristiche peculiari che ne fanno il farmaco ideale nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie.

Oggi, infatti, per curare questa sgradevole patologia, medici e pazienti possono contare su un’arma in più: è da pochi giorni disponibile la prulifloxacina in singola somministrazione, la nuova formulazione dell’antibiotico che, riuscendo a concentrarsi in misura maggiore nel distretto urinario e nei tessuti, consente di trattare la cistite semplice con un’unica compressa da 600 mg. La nuova terapia one shot offre un’ottima efficacia in termini di eradicazione dell’infezione, un abbattimento del rischio di recidive e una ridotta esposizione all’antibiotico, a fronte di una migliore aderenza alla cura da parte della paziente.

“L’impiego di un’unica compressa di prulifloxacina da 600 mg, rispetto ad altri farmaci a monoterapia, ha una maggiore capacità di uccidere i batteri e – dichiara Carlo Tascini, specialista in Malattie Infettive, dirigente medico presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana di Pisa – una più elevata diffusione nei tessuti, che le consente di combattere i germi, causa di possibili recidive. Inoltre, essendo un antibiotico concentrazione-dipendente, una singola somministrazione della dose massima consente di avere una maggiore efficacia dal punto di vista microbiologico e una minima incidenza di effetti collaterali. L’impiego di una terapia breve con un farmaco potente – prosegue  Carlo Tascini – permette di ottenere un alto tasso di eradicazione ma con un danno minimo sulla flora intestinale, contrastando nello stesso tempo il preoccupante fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Il problema maggiore che riscontriamo oggi nella pratica clinica, infatti, è che cure antibiotiche prolungate, non necessarie, tendono a favorire lo sviluppo di batteri resistenti all’attività degli antimicrobici. Inoltre, spesso le donne adottano un comportamento sbagliato: basandosi su una loro presunta conoscenza della patologia, ricorrono a un antibiotico inappropriato, senza la diagnosi e la prescrizione del medico. L’autoprescrizione e l’utilizzo non corretto degli antibiotici hanno sicuramente contribuito alla comparsa dell’antibiotico-resistenza”.

Una cura a breve durata (short therapy) è, inoltre, garanzia di una maggiore aderenza alle prescrizioni mediche da parte delle pazienti, così come sottolinea Alessandro Rossi: “La singola somministrazione di prulifloxacina ha un grande valore aggiunto. Oltre a essere un farmaco ad azione molto rapida, migliora la compliance ed evita errori di assunzione o di comunicazione tra medico e assistito, anche nei consulti telefonici, sempre più frequenti. Le donne non hanno modo di sbagliare: c’è una sola confezione, con una sola compressa, da assumere una volta sola”.

 

 

 

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