Colite ulcerosa moderata o grave, uno studio dimostra l’efficacia di Ustekinumab
Colpisce fino a 2,6 milioni di persone in Europa. La colite ulcerosa è una malattia cronica del colon, in cui il rivestimento si infiamma e sviluppa minuscole piaghe aperte o ulcere che producono pus e muco.
Dai risultati dell’estensione a lungo termine dello studio di fase 3 UNIFI, presentati al 27° congresso UEGW, l’Ustekinumab di Janssen (Stelara®), già disponibile in Italia per la malattia di Crohn e già approvato nell’Unione Europea per la colite ulcerosa, si è dimostrato efficace e sicuro nel trattamento a due anni nei pazienti adulti con colite ulcerosa da moderata a grave.
La colite ulcerosa è il risultato di una risposta anormale da parte del sistema immunitario. I sintomi possono variare e includere movimenti intestinali più urgenti, diarrea persistente, dolore addominale, feci sanguinolente, perdita di appetito, perdita di peso e affaticamento.
Questa fase dello studio UNIFI ha coinvolto 399 partecipanti in risposta clinica dopo 8 settimane dalla singola dose di induzione endovenosa (IV) di ustekinumab e che sono stati randomizzati in tre gruppi: uno trattato con iniezione sottocutanea di ustekinumab 90 mg ogni 12 settimane; uno con iniezione sottocutanea di ustekinumab 90 mg ogni 8 settimane e, infine, il gruppo placebo. I risultati hanno mostrato che la maggior parte dei pazienti è stata in grado di mantenere lo stato di remissione fino alla settimana 92.
La percentuale di pazienti trattati con ustekinumab che ha raggiunto la remissione dei sintomi tra la 44° e 92° settimana è tra l’83 e il 90 percento. Tra le persone in remissione clinica all’inizio della fase di mantenimento, il 69 e l’80% di quelli trattati 8 settimane e 12 rispettivamente hanno mantenuto la remissione sintomatica sia alla 44esima sia alla 92esima settimana. Ulteriori analisi hanno mostrato che circa il 60% dei pazienti trattati con ustekinumab, sia ogni 8 sia ogni 12 settimane, hanno raggiunto la remissione dai sintomi senza l’uso di corticosteroidi alla 92° settimana (rispettivamente nel 64,3 e 63,8% dei casi).
“Ustekinumab, già ampiamente utilizzato e con un buon profilo di efficacia e di sicurezza nei pazienti affetti da malattia di Crohn, sulla base dei dati ora presentati sull’estensione dello studio UNIFI a 92 settimane, pare confermarsi anche in colite ulcerosa un’ottima arma terapeutica – commenta Marco Daperno, membro del consiglio direttivo IG-IBD e gastroenterologo dell’A.O. Ordine Mauriziano di Torino. Gli elementi di interesse, tra quelli presentati, sono legati alle dimensioni del campione arruolato (quasi 400 pazienti), al lungo follow-up in studio (quasi 2 anni) e soprattutto alla ragguardevole percentuale di pazienti mantenuti in remissione lungo tutto il periodo ed al guadagno terapeutico ulteriore nel passaggio dal primo al secondo anno di osservazione, laddove spesso con altri farmaci assistiamo a una perdita di efficacia anche tra coloro che hanno risposto inizialmente”.
Lo studio UNIFI
è uno studio di fase 3 volto a valutare la sicurezza e l’efficacia di ustekinumab nella fase di induzione e di mantenimento nel trattamento della colite ulcerosa da moderata a grave negli adulti che hanno dimostrato una risposta inadeguata, o si sono dimostrati intolleranti, alle terapie convenzionali (corticosteroidi e immunomodulatori) o biologiche (uno o più antagonisti del fattore di necrosi tumorale [TNF] -alfa e/o vedolizumab). Sia gli studi di induzione che quelli di mantenimento sono randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, a gruppi paralleli e multicentrici. Lo studio di induzione ha avuto una durata di 8 settimane per ciascun partecipante. I partecipanti che raggiungevano la risposta clinica nello studio di induzione erano elegibili per lo studio di mantenimento. Lo studio di mantenimento è durato 44 settimane. L’endpoint primario dello studio di induzione era la remissione clinica alla 8° settimana e l’endpoint primario per lo studio di mantenimento era la remissione clinica alla 44° settimana, tra i pazienti che avevano risposto a una singola infusione endovenosa di ustekinumab. Dopo il completamento dello studio di mantenimento, lo studio a lungo termine ha continuato a seguire i due gruppi di partecipanti ritenuti idonei. La popolazione randomizzata include quei partecipanti che erano in risposta clinica alla settimana 8 dopo aver ricevuto un’infusione di ustekinumab per via endovenosa singola e che sono stati quindi randomizzati per ricevere ustekinumab 90 mg ogni 12 settimane o ustekinumab 90 mg ogni 8 settimane o placebo. I pazienti non randomizzati includevano pazienti in risposta clinica dopo una somministrazione per via endovenosa e una sottocutanea di ustekinumab 90mg che avevano ricevuto ustekinumab per via sottocutanea ogni 8 settimane e pazienti in risposta clinica dopo aver ricevuto placebo.
Ustekinumab
Nell’Unione Europea, ustekinumab è approvato per il trattamento di adulti con colite ulcerosa da moderata a grave che hanno avuto una risposta inadeguata, perso la risposta, o risultano intolleranti alla terapia convenzionale o biologica, o hanno controindicazioni mediche a tali terapie. Ustekinumab è anche approvato per il trattamento di pazienti adulti con malattia di Crohn da moderato a grave che hanno avuto una risposta inadeguata, perso la risposta o sono intolleranti alla terapia convenzionale o ad un antagonista del TNF- alfa o hanno controindicazioni mediche a tali terapie. Ustekinumab è approvato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti che hanno fallito nella risposta, che hanno una controindicazione, o sono intolleranti ad altre terapie sistemiche come ciclosporina, metotrexato (MTX) o psoralene più ultravioletti A, ed è anche indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave nei pazienti adolescenti di età pari o superiore a 12 anni che mostrano una risposta inadeguata o risultano intolleranti ad altre terapie sistemiche o fototerapie. Inoltre, ustekinumab è approvato da solo o in combinazione con MTX per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva nei pazienti adulti quando la risposta alla precedente terapia farmacologica non biologica è stata inadeguata.