Coronavirus in gravidanza, parto e allattamento
Come reagiscono al nuovo Coronavirus le donne in gravidanza? Quali precauzioni seguire? Esiste un rischio di trasmissione materno-fetale? È sempre consigliato l’allattamento al seno? Per rispondere a questi dubbi ricorrenti delle mamme, ma soprattutto per orientare la pratica clinica dei professionisti sanitari coinvolti nel percorso della gravidanza e della nascita nel nostro Paese, le Società scientifiche dei neonatologi, pediatri, ginecologi, ostetriche e anestesisti rianimatori (SIN, SIMP, SIP, SIGO, AOGOI, AGUI, SIAARTI e FNOPO), sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), hanno dato vita ad un Gruppo di lavoro multidisciplinare, impegnato a promuovere un’informazione univoca sul tema COVID-19 in gravidanza, parto e allattamento, basata sui più recenti aggiornamenti della letteratura scientifica.
“Abbiamo accolto con soddisfazione la disponibilità delle società scientifiche dell’area materno-infantile a collaborare con l’ISS per garantire una sistematica disamina della letteratura scientifica e dei documenti prodotti dalle agenzie governative internazionali sul Covid-19, al fine di promuovere il miglior approccio assistenziale possibile alle donne in gravidanza e nel puerperio”, afferma Serena Donati, Direttore del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva dell’ISS, che coordina il progetto insieme alla dr.ssa Angela Giusti, Centro Nazionale di Prevenzione delle Malattie e di Promozione della Salute – “Lavoriamo con grande impegno, Istituzioni e società scientifiche insieme, per tutelare la salute di donne e neonati in questa fase di grave emergenza sanitaria”.
Le informazioni sulle ultime evidenze scientifiche relative al COVID-19 in gravidanza, parto e puerperio, sono disponibili sul sito Epicentro.iss.it, aggiornato settimanalmente.
Ma quali sono le ultime evidenze disponibili?
• | Innanzitutto, gli esperti raccomandano alle donne sane in gravidanza di attenersi alle azioni di prevenzione primaria valide per tutta la popolazione, che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani, l’attenzione a evitare il contatto con soggetti malati o sospetti, il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, secondo quanto indicato dal Ministero della Salute. Il tampone va effettuato solo in presenza di sintomi conclamati. |
• | Ad oggi non sono state raccolte evidenze a supporto di una trasmissione verticale, da madre a feto, del virus SARS-COV-2. Inoltre, la gravidanza e il parto, al contrario di quanto osservato per l’influenza H1N1 e per la SARS, non sembrano aggravare il decorso sintomatologico, né il quadro della polmonite virale. |
• | Ad oggi non esistono indicazioni a eseguire il taglio cesareo d’elezione, cioè non motivato da altre cause, per le donne con sospetta infezione da SARS-CoV-2 o affette da COVID-19. La scelta dipende dalle condizioni cliniche della donna, dall’età gestazionale e dalle condizioni fetali. Si raccomanda una gestione multidisciplinare del parto che, oltre ai ginecologi e agli specialisti di medicina materno-fetale, preveda il coinvolgimento di ostetriche, anestesisti, intensivisti, virologi, microbiologi, neonatologi e specialisti in malattie infettive. |
• | Il latte materno, in base alle attuali evidenze scientifiche, non viene ritenuto veicolo di trasmissione del virus da donne affette da COVID-19. Secondo le indicazioni dell’OMS, la madre può continuare ad allattare, considerati i benefici dell’allattamento e il ruolo insignificante del latte materno nella trasmissione di altri virus respiratori. Per ridurre il rischio di trasmissione al neonato, si raccomanda l’adozione delle procedure preventive come l’igiene delle mani e l’uso della mascherina durante la poppata, secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute. In caso di gravi condizioni cliniche materne può essere raccomandata la temporanea separazione della madre dal neonato. Quando possibile, è raccomandato usare latte materno spremuto. |
Gli studi scientifici su COVID-19 e gravidanza, attualmente disponibili, riguardano un campione di donne numericamente ancora limitato, che rende necessario un monitoraggio continuo delle nuove evidenze, per indirizzare la pratica clinica dei professionisti e operatori sanitari, a tutela della salute di mamme e neonati. Fondamentale, avvertono gli esperti, resta l’impegno delle donne a seguire le raccomandazioni del Ministero della Salute per proteggere se stesse e i neonati dal contagio.