Duchenne, diagnosi in ritardo. Focus sui pediatri di famiglia

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Un bambino che a 18 mesi non comincia a deambulare in maniera autonoma dovrebbe allertare il pediatra sulla possibilità che il bimbo possa essere affetto da una delle diverse malattie neuromuscolari esistenti, tra le quali la Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD), diagnosi che dovrà essere confermata dal dosaggio della Creatin Chinasi (CK), una malattia rara che ha un decorso ingravescente che colpisce tutti i muscoli sia quelli scheletrici che quelli presenti in altri organi e/o apparati (es. respiratori, gastrointestinali, cardiaci etc).
Eppure questi segnali, spesso, passano inosservati: sarà proprio il pediatra di famiglia ad aiutare i genitori a non classificare come ‘bimbi pigri’ questi piccoli, contribuendo ad evitare così che ricevano troppo tardi una diagnosi corretta di malattia. Attualmente non esiste ancora una cura definitiva della DMD, ma una diagnosi precoce e una tempestiva presa in carico permettono sia di aumentare l’aspettativa di vita sia di migliorarne la qualità.

Neolaureate, assunte da PTC Therapeutics Italy, incontreranno i pediatri di famiglia per condvidere i campanelli d’allarme delle malattie neuromuscolari.

Sono il team delle NRDES – Neuromuscular Rare Disease Education Specialist: in dote hanno una laurea scientifica, un periodo di training solido e un contratto firmato con la piccola azienda biotech dedicata interamente alle malattie rare. Si sono formate inoltre sui contenuti del Position Paper sulle malattie neuromuscolari che è stato realizzato recentemente dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in collaborazione con l’Associazione Italiana di Miologia (AIM) e la condivisione di Parent Project e UILDM. Da adesso ognuna di loro avrà l’opportunità di visitare gli studi dei pediatri di libera scelta e condividere con i medici i contenuti del documento. Il loro compito è quello di favorire tra i pediatri di famiglia la capillare diffusione del Position Paper che contiene, tra le altre cose, un’utile scheda riepilogativa di alcuni segnali caratteristici che si possono osservare durante i periodici ‘bilanci di salute’ a cui vengono sottoposti i bimbi, e che potrebbero orientare verso il sospetto di una malattia neuromuscolare.

Un progetto innovativo che parte proprio dal sospetto diagnostico delle malattie neuromuscolari rare: uno sforzo, quello della PTC Therapeutics Italy, che non è diretto verso lo specialista prescrittore di un farmaco, come solitamente avviene, “perché per noi è essenziale rompere il vecchio paradigma secondo cui la terapia coincida con il farmaco – spiega Riccardo Ena, Country Manager di PTC Therapeutics Italia – siamo convinti, infatti, che la terapia inizi con la presa in carico del paziente, a partire dal primo campanello di allarme. L’obiettivo, chiaro, condiviso da tutti gli stakeholders, è di ridurre i tempi di diagnosi dagli attuali 5 ai 2 anni attesi”.

Per gestire questo progetto PTC Therapeutics aumenterà del 55% la propria forza lavoro in Italia, dando il proprio piccolo contributo all’occupazione giovanile, portando inoltre il totale del personale femminile aziendale al 60%.

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