I bambini non si lavano i denti correttamente: è colpa nostra
La salute orale viene spesso trascurata, carie e malattie gengivali non godono di grande stampa. Il motivo? Forse perché di malattie orali non si muore. Ma è davvero così?
Ormai numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che la salute orale condivide con le malattie croniche non trasmissibili gli stessi fattori di rischio. Lo hanno spiegato gli esperti di salute orale dell’Expo RDH durante un corso, riservato alla stampa, organizzato dall’Osservatorio MOHRE in collaborazione con Eaci.
In Europa la percentuale di bambini tra gli 8 e i 9 anni con almeno un dente cariato è del 68 % e sale all’85 % tra i 13 e i 14 anni di età.
“Le malattie orali presentano ‘relazioni pericolose’ con numerose malattie non trasmissibili come malattie cardiovascolari, diabete, tumori, obesità̀” sottolinea Riccardo Sangermano, dottore in Igiene Dentale a Roma. “La prevenzione è facile e relativamente poco costosa, rispetto ai costi del trattamento, eppure l’educazione all’igiene orale non fa ancora parte della nostra cultura. In molte parti del mondo e nelle aree svantaggiate non ci sono strategie di fluorizzazione delle acque. Infine, solo poche fasce di persone nel mondo ricevono cure adeguate in caso di dolore persistente, infiammazioni, malattie come il cancro. E pochi i bambini a rischio che ricevono la sigillatura dei denti per limitare il rischio carie”.
I dati del National pathfinder on children’s oral health in Italy del 2017 ci dicono che su 7600 bambini di 12 anni, solo il 30,45% dei bambini era caries free, quasi un quarto del campione (24,25%) presentava sanguinamento gengivale (3).
I numeri sono impressionanti: più di 3,5 miliardi di persone soffrono di malattie orali. Carie, parodontite, cancro della bocca o della lingua, stomatiti. La carie nei denti permanenti è la più comune, ma interessa anche i denti da latte (precisamente più di 530 milioni di bambini nel mondo). La grave malattia parodontale che porta alla perdita dei tessuti di sostegno come gengiva e osso e alla fine dei denti: interessa il 10% della popolazione mondiale.
La prevalenza della carie in età pediatrica nel mondo va dal 10 al 90%, In Italia sono riportati valori crescenti con l’età: il 3% fino a 23 mesi, il 6% a due- tre anni, il 15% a quattro- 5 anni (dati Uppa). I denti da latte infatti sono caratterizzati da smalto meno mineralizzato e dentina più sottile. E la carie deve essere considerata una malattia cronica multifattoriale in cui affluiscono scarsa o insufficiente igiene orale, dieta ricca di zuccheri, carenza di fluoro, fattori individuali come respirazione orale, salivazione scarsa, malattie metaboliche o immunitarie e, infine status socio economico.
“Siamo alle solite, i programmi di salute orale tendono a concentrarsi sul cambiamento del comportamento individuale e ignorano in gran parte l’influenza dei fattori socio-politici come determinanti chiave della salute: nei bambini la prevalenza di lesioni cariose in dentina cresce al ridursi del livello socioeconomico, mentre la prevalenza di denti sani e otturati si riduce, così come osservato dall’Indagine Pathfinder in Italia. Eppure anche la salute della bocca risente di fattori come la dieta, dall’igiene, dal fumo, dall’uso di alcol, dallo stress e dall’aver sperimentato traumi, sino a, semplicemente, avere problemi più importanti” spiega Johann Rossi Mason, Direttore dell’Osservatorio MOHRE e sociologa.
“Molto spesso i denti da latte cariati non vengono curati , lo sappiamo perché i tassi risultano invariati negli ultimi 30 anni” sottolinea la dottoressa Alice Cittone “e la carie non trattata nei denti permanenti rimane la patologia più diffusa a livello mondiale, con il 34,1% della popolazione interessata. Il dolore dentale si manifesta nel 5-33% dei bambini. Eppure proprio i più piccoli sono i grandi assenti nello studio dell’igienista, un professionista laureato con compiti di educazione e prevenzione. Manca altresì l’abitudine di curare la salute orale delle donne in gravidanza: carie e infiammazioni gengivali materne hanno conseguenze su gravidanza e parto, basso peso alla nascita e predisposizione alla carie nel nascituro. Mentre una forma straordinaria di prevenzione indiretta é l’allattamento al seno con un effetto protettivo sulla salute orale del bambino. La visita odontoiatrica pediatrica è indicata dalle linee guida ministeriali tra i 18 e i 24 mesi di età. Purtroppo con la mancanza di informazioni corrette il 3% dei bambini ha già i denti da latte gravemente danneggiati”.
Nel luglio 2019, The Lancet ha pubblicato un corposo rapporto: “Oral diseases: a global public health challenge” dedicato ad approfondire quest’argomento spesso trascurato dalle politiche di salute pubblica. Il rapporto è il frutto della collaborazione tra tredici istituzioni accademiche mondiali. Hanno preso parte al lavoro i massimi esperti nel campo dell’odontoiatria preventiva e di comunità.