Il laser per “lei”
Una donna “over 40” su 3 desidera sottoporsi ad un intervento di ‘Re-Vagination’. È quanto emerge da uno studio, condotto da Quanta System Observatory, su circa 1500 italiane di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, oltre che su 70 testate internazionali, per scoprire quali sono le ultime tendenze del momento nel campo della chirurgia e della medicina estetica.
La “Re-Vagination (neologismo coniato per esprimere il concetto di rigenerazione, “regeneration” appunto, della femminilità nel suo aspetto più intimo) è, infatti, una metodologia innovativa che permette di migliorare la funzionalità, il benessere e l’aspetto estetico delle proprie parti intime.
L’ultima frontiera della medicina al femminile vede, dunque, come protagonista la sfera dell’intimità. Diversi i motivi che spingono le donne a fare questo passo: dal sentirsi più femminili, ai motivi di salute o soltanto – si fa per dire – per vivere meglio a livello psicofisico.
I problemi e i sintomi causati dall’atrofia vaginale possono essere trattati in modo delicato, preciso e senza tempi di convalescenza, grazie ad una tecnologia “made in Italy” che è arrivata fino negli Stati Uniti, dove sembra che abbia molto seguito tra le donne dello star system.
In Italia le più sensibili a questa tendenza sono le milanesi (25%), seguite dalle romane (17%) e al sud dalle donne napoletane (13%). Le categorie più interessate sono principalmente quelle delle manager e impiegate (60%) e casalinghe (28%) nella fascia 40-60 anni (75%).
Secondo lo studio il 67 % delle donne sono spinte da motivazioni di natura medica, il 59% di natura psicologica e il 77% principalmente per sentirsi meglio, più seducenti e femminili mentre il 72 % vorrebbe fare questo intervento per riaccendere il feeling sensuale con il proprio partner.
“Sempre più donne – afferma lo specialista in chirurgia plastica Paolo Mezzana, responsabile dell’ambulatorio di dermatologia oncologica dell’USI “Marco Polo” di Roma – si affidano al trattamento vaginale, solo nel 2012 in Italia c’è stato un incremento del 24% e il trend è in costante aumento.
Per un lungo periodo, le potenzialità di queste metodiche non sono state pienamente comprese sia dal mondo accademico che dai mass-media, ma poi ci si è resi conto che aspetto e funzione dell’area vulvo-vaginale sono fra loro strettamente legati: l’intervento infatti migliora la qualità dei tessuti e concede alle donne uno stato di benessere esteso anche alla vita sessuale nella terza età.
Possiamo dire che estetica e salute coincidono perfettamente, non si tratta di un semplice ringiovanimento, ma di un vero e proprio benessere intimo”.
L’atrofia vaginale, causata anche dal sopraggiungere della menopausa, consiste nella perdita del naturale spessore del collagene del tessuto vaginale: in particolare con la diminuzione di estrogeni durante la menopausa si verifica un processo d’invecchiamento dei genitali femminili noto come atrofia vulvo-vaginale con diminuzione della lubrificazione, dolore durante i rapporti sessuali e alterazioni del PH vaginale.
“La stimolazione laser della mucosa endovaginale – prosegue Mezzana – migliora l’atrofia cellulare inducendo il tessuto a richiamare acqua e a produrre nuovo collagene. I miglioramenti riguardano anche l’incontinenza urinaria di tipo lieve, uno dei problemi più invalidanti socialmente. I feedback delle pazienti sono molto positivi, e testimoniano un aumento del benessere, della qualità dei rapporti sessuali e dell’autostima. La società italiana Quanta System S.p.A. ha addirittura messo a punto un sistema laser – lo Youlaser MT – che permette di modulare l’invasività del trattamento. Tutto ciò si traduce in un minore fastidio durante la procedura, un brevissimo tempo di recupero di tutte le funzionalità e ad una presenza di effetti collaterali pressoché nulla. Solitamente il trattamento prevede da una a 4 sedute, distanziate da 30 a 60 giorni ed in seguito1 o 2 sedute annuali per il mantenimento”.