Mazzon: troppe isterectomie. Tuteliamo l’utero
“L’utero è un organo che va tutelato e non è più giustificabile che si ricorra alla sua asportazione, senza una preventiva diagnostica isteroscopica”.
Ad affermarlo è stato il ginecologo romano Ivan Mazzon in occasione del 38° Corso di isteroscopia, promosso da Arbor Vitae, il Centro di Endoscopia Ginecologica, istituito venti anni fa dallo stesso Mazzon, con un triplice obiettivo clinico, didattico e scientifico.
È risaputo ormai che i miomi sono una delle cause più frequenti delle emorragie femminili che, troppo di frequente in passato, hanno portato a considerare la strada dell’isterectomia come soluzione radicale al problema, con l’asportazione dell’organo e conseguenze come la perdita della fertilità o, in età più avanzata, il rischio di essere sottoposti ad un intervento così impattante anche per gli aspetti psicologici della donna.
II fibroma (mioma) uterino è la patologia di più comune riscontro nell’ambito della sfera genitale femminile. Secondo le più consolidate evidenze scientifiche, l’incidenza dei fibromi è altamente variabile in base alla razza, all’età delle pazienti e alla tecnica diagnostica utilizzata: varia quindi dal 5,4% al 77% e i miomi sottomucosi rappresentano il 5-10% di tutte le varianti di mioma che possono essere diagnosticate (sottomucosi, intramurali e sottosierosi).
I miomi uterini colpiscono le donne in età fertile con una percentuale di circa il 4% dai 20 ai 30 anni, dall’11 al 18% dai 30 ai 40 anni e il 33% dai 40 ai 60 anni. E si stima un’incidenza generale in età fertile del 25%. Quanto più una paziente è giovane, tanto più è consigliabile intervenire presto per rimuovere il mioma, mentre nella donna in menopausa il mioma tende a perdere la sua significatività clinica.
Tre donne su quattro hanno fibromi uterini a un certo punto della vita, ma la maggior parte ne è inconsapevole perché spesso non causano sintomi. Sebbene i fibromi uterini di solito non siano pericolosi, possono arrivare a causare disagio e portare a complicazioni come anemia per forte perdita di sangue, dolore pelvico e infertilità. Una recente statistica pubblicata su una delle riviste scientifiche internazionali più prestigiose (l’American Journal of Obstetrics and Gynecology) riporta che la fibromatosi uterina è negli USA la seconda patologia per costi sociali, dopo il diabete, e quindi precede il cancro della mammella, colon e ovaio. Altro dato riguarda le complicanze che possono verificarsi in pazienti affette da fibromatosi uterina in gravidanza, laddove vengano operate con taglio cesareo.
Entra, allora, in gioco la consapevolezza delle pazienti e l’abilità dei ginecologi ad interpretare e non sottovalutaresintomi chiari: sanguinamenti uterini anomali o cicli mestruali frequenti o troppo abbondanti rispetto al normale trend”.
“L’isteroscopia è un esame di secondo livello, vi si ricorre – ha spiegato Mazzon – ovvero solo se il ginecologo ne ravveda la necessità. Per usare un’analogia, potremmo dire che la lastra dell’addome sta alla gastroscopia così come l’ecografia pelvica sta all’isteroscopia”.
I vantaggi di questa tecnica mininvasiva endoscopica isteroscopica sono evidenti: con l’uso di una telecamera ultra-sofisticata, collegata ad uno strumento sottile (isteroscopio) si riesce a “vedere” la condizione dell’utero con estrema certezza clinica, diagnosticare (isteroscopia diagnostica) e, se necessario, operare (isteroscopia chirurgica) diverse condizioni patologiche come i miomi, polipi, fibromi, iperplasie e in alcuni casi persino tumori maligni.
Secondo Mazzon, è determinante “formare” il maggior numero possibile di ginecologi sulla validità e l’efficacia di una corretta tecnica isteroscopica.
Durante le giornate Arbor Vitae oltre 100 ginecologi e specializzandi, provenienti da ospedali e cliniche di tutta Italia, hanno preso parte a sessioni teoriche e a esercitazioni pratiche con simulazioni e casi clinici da affrontare con l’obiettivo di specializzarsi sulle tecniche e le procedure più all’avanguardia in materia.
“Se non eseguita correttamente, – ha sottolineato il ginecologo – la diagnosi isteroscopica può essere un esame molto doloroso per la donna. La situazione è anche delicata dal punto di vista psicologico per la paziente, va ricordato. Con la tecnica appropriata invece è un intervento che dura meno di 2 minuti, senza anestesia e senza ricovero, totalmente ambulatoriale.”
One thought on “Mazzon: troppe isterectomie. Tuteliamo l’utero”
Sono Tommaso Carlisi da Agrigento.
Non ho più il cellulare di Ivan Mazzon.
Non riesco più a sentirlo.