Dopo i 40. Il “trucco” per un naso…non è più âgée

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La bellezza può risiedere anche in una imperfezione e un difetto può aggiungere un fascino inconsulto. I canoni nei secoli si sono spostati da quelli della selezione aurea, ne sono un esempio il diastema di Brigitte Bardot, lo strabismo di Lauren Hutton, le orecchie di Kate Hudson, i denti imperfetti di Laetitia Casta. Non tutti convivono serenamente con i propri difetti e tra quelli più odiati ci sono quelli del naso, difficili da mascherare anche con il più sapiente taglio di capelli.

La rinoplastica è al terzo posto degli interventi più richiesti negli Stati Uniti (dati ASPS) e al quinto in Italia (dati AICPE), ma oggi si sta diffondendo una tecnica non chirurgica per i difetti minori” spiega il dottor Carlo Macro, Dirigente della Divisione di Chirurgia Maxillo Facciale dell’Ospedale San Camillo di Roma “Ci sono piccoli difetti del naso che portano disagio ma non giustificano il ricorso ad un vero e proprio intervento chirurgico che interviene su ossa e cartilagini con il suo corollario di rischi. Alcuni inestetismi possono essere efficacemente corretti intervenendo sui tessuti superficiali, a livello del sottocutaneo a 3-10 mm di profondità”.

Cosa è possibile correggere – Lievi deformità del dorso, e della punta possono essere trattate con i filler, gli stessi che usiamo per riempire le ruche. Il più versatile e sicuro è di certo l’acido ialuronico: ormai testato, riassorbibile, disponibile in diversi livelli di ‘densità’ (peso molecolare) a seconda del risultato che si desidera ottenere.

Il ‘rino-filler’ come viene chiamato, permette una correzione immediatamente visibile e indolore ma meramente estetica, non corregge infatti deviazioni, alterazioni ossee e problemi funzionali, aspetti che il chirurgo serio deve spiegare attentamente.

Per molti ma non per tutti -“Non è un’alternativa all’intervento chirurgico” spiega il dottor Macro “È invece una soluzione per piccole correzioni e ritocchi secondari all’intervento chirurgico come rimediare ad una forma eccessivamente ‘insellata’. Le indicazioni principali sono tre squisitamente estetiche: lievi gibbosità (per le quali il filler viene iniettato alla radice del naso), punta ‘cadente’ e insellamenti del dorso”.

Il paziente va anche in questo caso informato delle possibili complicazioni: ecchimosi, piccoli lividi, gonfiore temporaneo. Complicazioni più gravi come la necrosi dei tessuti sono estremamente rare. Nelle ore successive al trattamento si consiglia di non indossare occhiali e di non esporsi al sole, lampade, o fonti di calore come saune. L’iniezione non richiede ricovero né anestesia, si tratta infatti di una procedura ambulatoriale. La durata delle correzione è in parte soggettiva ma in genere vaia tra i 6 e i 16 mesi  a seconda del prodotto utilizzato.

Mai filler permanenti – Per fortuna abbiamo superato la fase dei trattamenti pericolosi che hanno lasciato una lunga scia di danni: il silicone liquido è vietato da almeno vent’anni, i filler permanenti sono usati sempre meno per la loro attitudine a indurre reazioni di rigetto, infezioni, migrazioni e dolorosi granulomi. “I prodotti utilizzati attualmente in tutto il mondo sono riassorbibili, sicuri, malleabili e offrono la possibilità, se utilizzati correttamente, di dare un risultato estremamente naturale. Alcuni prodotti a base di acido polilattico a mio parere non sono adatti alle labbra perché non hanno un effetto riempitivo ma servono a stimolare la produzione di collagene ed elastina nel derma” prosegue il chirurgo.

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