Obesità: AME, farmaci sottoutilizzati, li prescrivono solo 2 specialisti su 5
Medico che vai, terapia che trovi. È qualcosa che purtroppo accade spesso alle persone con obesità anche quando complicata da patologie metaboliche come diabete, steatosi epatica, dislipidemia e ipertensione arteriosa.
Una ricerca condotta dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME), appena pubblicata sulla rivista Frontiers in Endocrinology, ha rilevato che solo 2 specialisti su 5 prescrivono ai propri pazienti con obesità, anche di grado elevato, farmaci approvati per tale patologia in associazione a diete e stili di vita.
In particolare, la metformina, farmaco non approvato in Italia per il trattamento dell’obesità, è utilizzata in media nel 30% dei pazienti, i farmaci approvati per la terapia dell’obesità in misura minore, liraglutide solo nel 10% dei casi e ancora più raramente orlistat e naltrexone bupropione.
“La tendenza alla sottoprescrizione dei farmaci – spiega Renato Cozzi presidente di AME – dimostra che l’assioma ‘il paziente obeso, è obeso perché mangia’, è ancora molto diffuso, anche tra i medici specialisti. In realtà, l’obesità non è mancata volontà o solo cattive abitudini, è una vera e propria patologia cronica che va curata valutando tutte le opzioni terapeutiche, farmaci e chirurgia compresi”. Per raggiungere l’obiettivo di una maggiore appropriatezza terapeutica è stata pubblicata la prima Linea Guida “Terapia del sovrappeso e dell’obesità resistenti al trattamento comportamentale nella popolazione adulta con comorbilità metaboliche”.
Approvata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), questa Linea Guida è stata redatte dall’AME, in collaborazione con ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica), SIO (Società Italiana dell’Obesità), SICOB (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche) e SIGE (Società Italiana Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva).
“Utilizzando una rigorosa metodologia in grado di garantire la più obiettiva revisione sistematica della letteratura scientifica, la Linea Guida rappresenta un nuovo punto di riferimento per tutti medici che si occupano di obesità – spiega Marco Chianelli, coordinatore della Commissione Obesità e Metabolismo di AME -. Il documento, lungo 373 pagine, è focalizzato sulla terapia farmacologica e chirurgica nei pazienti in sovrappeso e obesi affetti da comorbilità metaboliche. I medici hanno ora a disposizione una guida basata sulle evidenze, che dà indicazioni precise su cambiamenti nello stile di vita, farmaci, chirurgia, da prescrivere ai pazienti in base a età sesso, situazione socioeconomica, indice di massa corporea e comorbilità presenti”.
La nuova Linea Guida mette fine ad erronee convinzioni. “Sdogana la terapia medica e chirurgica – sottolinea Chianelli – ed evidenzia che prescrivere ai pazienti la terapia giusta non è solo possibile, ma anche doveroso”. Curare correttamente l’obesità riduce il rischio di sviluppare le complicanze metaboliche ad essa associate.
“Con la pubblicazione di questa Linea Guida si conferma l’esistenza di una patologia cronica e invalidante, l’obesità, per la quale esistono terapie farmacologiche e chirurgiche efficaci e sicure – afferma Olga Eugenia Disoteo, coordinatore nazionale della Commissione Diabete AME -. Questa patologia è spesso sotto diagnosticata, stigmatizzata, trattata talvolta con indicazioni generiche e diete non sempre efficaci, la disponibilità di una linea guida oltre a dare dignità a una patologia oggi ancora negletta fornisce una chiara prioritizzazione degli interventi terapeutici mirati al singolo paziente e alle sue necessità cliniche. Il nuovo documento ha valore medico-legale e aiuta il medico nelle decisioni terapeutiche a garanzia dei pazienti”. Secondo le stime contenute nel nuovo documento, se si seguissero fedelmente tutte le raccomandazioni contenute nella Linea Guida potrebbe generarsi un risparmio di 16 miliardi di euro in 5 anni per il Sistema Sanitario Nazionale, legato alle complicanze prevenibili dell’obesità.
Nella nuova Linea Guida, infine, vengono fornite indicazioni anche sui nuovi farmaci per il trattamento dell’obesità, come semaglutide che si è dimostrato in grado di ridurre il peso corporeo in media del 15%. “Semaglutide è già approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) – sottolinea Chianelli – e sarà a breve disponibile a pagamento in Italia. Al momento però per i farmaci dell’obesità non è prevista rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale” Un segnale importante del cambiamento culturale in atto viene da un fondo sanitario integrativo privato che da quest’anno rimborsa fino a un massimo di 1000 euro l’anno il costo di liraglutide e naltrexone bupropione nell’obesità grave. Inoltre, c’è una domanda depositata a marzo 2022 da SIO nella quale si chiede alle istituzioni di riconoscere la rimborsabilità dei farmaci per l’obesità per i pazienti con obesità grave o complicata. In questo contesto quindi la Linea Guida è un ulteriore impulso al riconoscimento istituzionale della patologia obesità e, si auspica, alla rimborsabilità da parte del SSN dei farmaci per il trattamento dell’obesità.