Occhiali, berretto e antiossidanti per proteggere la macula dai danni del sole

Prevenzione

Non solo pelle: anche gli occhi vanno protetti dal sole soprattutto negli anziani che hanno un rischio maggiore di sviluppare la Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE), un disturbo che colpisce un terzo della popolazione dopo i 70 anni, in prevalenza donne. È scientificamente dimostrato, infatti, che l’esposizione prolungata ai raggi UV, associata all’età, rappresenta una vera minaccia per la salute della macula. Inoltre, pazienti con un occhio già colpito da maculopatia senile hanno un rischio aumentato di svilupparla nell’altro. Perciò, occhiali da sole, cibi sani e integratori antiossidanti di ultima generazione devono far parte della routine quotidiana e non solo in vacanza ma anche in città.

Alfredo Pece

“È fondamentale avere un alimentazione ed uno stile di vita equilibrati ma anche proteggere gli occhi dalla luce intensa con berretti con visiera e lenti da sole”, suggerisce Alfredo Pece, Primario della Divisione di oculistica dell’Ospedale di Melegnano e presidente della ‘Fondazione Retina 3000’. Quando la patologia è in fase iniziale, si cerca di evitare che peggiori con integratori alimentari contenenti sostanze ad azione anti-ossidante e anti-infiammatoria che agiscono proteggendo la retina e rallentando i fenomeni ossidativi, ovvero distruttivi, della macula. “È stato dimostrato che alcune sostanze con funzione anti-ossidante possono rallentare la progressione della DMLE fino al 25%. Per questo è importante una corretta alimentazione e l’attenzione verso sostanze con funzione anti-ossidante e protettive del tessuto oculare” prosegue Pece. Queste sostanze possono avere un ruolo anche nella retinopatia diabetica, che rappresenta la complicanza micro vascolare più comune del diabete ed è la prima causa di cecità.

“L’occhio umano è costantemente sottoposto a una forte quota di stress ossidativo, provocato dall’esposizione alla luce solare (foto-ossidazione), con conseguente accumulo di radicali liberi e specie reattive dell’ossigeno a livello del cristallino e della retina”, spiega Gianluigi Manzi, dell’UOC di Oftalmologia AORN dei Colli – Ospedale Monaldi di Napoli. Per questo è importante assumere la giusta quantità di anti-ossidanti. “Molti studi, tra cui AREDS 1 e AREDS 2, hanno valutato l’azione antiossidante sulle cellule retiniche di Luteina, Zeaxantina ed Omega3, contenute anche nei comuni alimenti (verdure a foglia verde, uova, tonno, salmone e sardine). Un nuovo impulso è stato dato dalla chiara evidenza che tanto la DMLE che la RD sono causate e peggiorate da fattori infiammatori. Per questo, la ricerca ha rivolto la sua attenzione anche ad altre sostanze come Gingko Biloba, Epigallocatechingallato, resveratrolo e antocianine, potenti antiossidanti per la loro funzione di protezione maculare”, spiega Manzi.

Di recente è stata provata anche l’efficacia anti-ossidante e anti-infiammatoria del Maqui, il cosiddetto ‘mirtillo della Patagonia’. Si tratta della bacca di una pianta, l’Aristothelia Chilensis, di un colore molto intenso e blu, la cui forma e il cui sapore ricorda molto il nostro comune sambuco. Viene coltivata solo in Patagonia, Argentina e Cile. È ricco di nutrienti e in particolare di flavonoidi tra cui antocianine e delfinidine, potenti anti-ossidanti contenuti anche nei frutti rossi come fragole, mirtilli e ribes, in grado di proteggere gli occhi anche dai danni dei raggi solari. In base ai test ORAC, che indicano la capacità di assorbimento dei radicali liberi dell’ossigeno.

“Il Maqui vive in un ambiente ostile per le condizioni di temperatura, le violente piogge e il forte vento che spira, condizioni che inducono la pianta a produrre delle bacche molto ricche di antiossidanti che le permettono di difendersi al meglio dall’ambiente. In particolare, contiene una quantità molto elevata di delfinidina, un polifenolo molto promettente. L’estratto purificato del Maqui berry, in recenti studi pubblicati anche sulla rivista Journal of the American College of Nutrition, è stato individuato come una molecola ad azione protettiva sull’apparato visivo. In un dosaggio di 30 mg in associazione a 150 mg di acido alfa lipoico sembra essere l’ultimo ritrovato in tema di supporto antiossidante anche per l’ottima tollerabilità” conclude Manzi.

La degenerazione maculare è una malattia che colpisce la parte centrale della retina. Grazie alla sua funzione gli occhi leggono, riconoscono i volti, distinguono i colori e gli oggetti. Quando le cellule della macula si deteriorano, l’occhio perde la visione della parte centrale del campo visivo, lasciando intatta quella periferica. “La forma più frequente (80%) – spiega Pece – è quella “secca” in cui la retina perde le sue cellule lentamente ma progressivamente, segue la forma umida (20%) in cui improvvisamente si ha la formazione di piccoli vasi all’interno dell’occhio con emorragie e perdita di liquido nella retina. La malattia inizia generalmente in un occhio, ma può interessare in breve tempo anche l’altro”.

La retinopatia diabetica colpisce circa il 3-5% delle persone nei paesi socialmente sviluppati ed è in forte crescita per le abitudini alimentari di certe popolazioni che assumono più zuccheri e calorie. “È legata sia al diabete di tipo 1 in una fascia di età più giovane che a quello di tipo 2 dell’adulto, nell’età medio-avanzata. Il tempo di insorgenza è molto variabile e dipende comunque dal controllo della glicemia e dei fattori di rischio” spiega Pece.

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