Ossa “di porcellana”. Oltre 560mila siciliane a rischio frattura
In Italia vengono stimate almeno 3,5 milioni di donne con osteoporosi e 1 milione di uomini; più del 75% della popolazione femminile sopra i 60 anni di età soffrirebbe di fragilità ossea con aumento del rischio di fratture, che rappresentano una importante causa di disabilità, specie tra le persone anziane. In Sicilia, dove secondo i dati ISTAT la popolazione femminile over 60 ammonta a più di 746.000 persone, il numero di donne a rischio fratture sarebbe quindi pari a oltre 560.000.
‘Il Piatto Forte’ ha l’obiettivo di accrescere l’informazione sull’osteoporosi, patologia silenziosa e sottodiagnosticata, nonché sensibilizzare la popolazione sulle fratture da fragilità, che oggi possono essere evitate attraverso un’alimentazione corretta, un’attività fisica regolare e un trattamento farmacologico tempestivo, con adeguata aderenza alla terapia da parte dei pazienti.
“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana” è il claim della campagna, promossa dalla Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO) in partnership con Amgen, che a Catania sarà ospitata in Via Cardinale Dusmet 36/38 sabato 21 e domenica 22 ottobre. Sul posto stazionerà il camper attrezzato della Fondazione FIRMO: a bordo l’attrezzatura per la valutazione gratuita della densità ossea vertebrale e femorale da parte di personale specializzato. La valutazione sarà fatta con l’innovativo dispositivo EchoS il primo sistema al mondo per la diagnosi precoce dell’osteoporosi attraverso un semplice esame ecografico, rapido e accurato, assolutamente indolore e senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.
Saranno inoltre presenti un nutrizionista, che darà consigli sull’alimentazione, e personale medico specializzato che, oltre a distribuire un questionario di autovalutazione dell’osteoporosi, fornirà alla popolazione materiale informativo, rispondendo ai quesiti del pubblico e fornendo consigli sulla prevenzione dell’osteoporosi.
«L’osteoporosi è una patologia importante che spesso rimane asintomatica sino al primo evento fratturativo, sempre drammatico, e ha pesanti implicazioni sanitarie e di qualità della vita – dichiara Giovanni D’Avola, Responsabile del Servizio di Reumatologia e Osteoporosi dell’Ospedale San Luigi di Catania – Le donne sono più esposte sia per il minore diametro delle ossa femminili che per il calo degli ormoni estrogeni legato alla menopausa. È importante intervenire tempestivamente sui fattori di rischio modificabili come la mancanza di attività fisica, una alimentazione non idonea, l’abuso di caffeina, l’abitudine fumo, l’utilizzo di certi farmaci (antidepressivi, cortisonici, farmaci antitumorali, e fra questi in particolare quelli utilizzati per la cura del carcinoma mammario nelle donne e prostatico negli uomini) e alcune patologie come l’artrite reumatoide».
La prevenzione dell’osteoporosi e della fragilità ossea si basa su un corretto stile di vita da adottare fin dall’adolescenza: «Sensibilizzare la popolazione sul rischio di fratture da fragilità è importante per due ordini di fattori: in primo luogo perché la malattia dà pochi segni di sé e viene spesso sottovalutata dagli stessi medici; in secondo luogo, è importante far capire alla popolazione che una frattura non si verifica solo a seguito di una caduta ma perché sono presenti altri fattori come la fragilità ossea da osteoporosi, che si correla con la fragilità muscolare – dichiara Domenico Maugeri, Delegato regionale SIOMMMS e Professore associato di Geriatria all’Università degli Studi di Catania – il messaggio fondamentale è che è necessario costruirsi in tempo utile, quindi nei primi 20-30 anni di vita, un picco di massa ossea sufficiente, aiutandosi anche con una corretta alimentazione ricca di calcio e di vitamina D, e con un’attività fisica di tipo gravitazionale, come le camminate a passo svelto, per assicurare una buona resistenza dell’osso».
Oggi l’osteoporosi può essere trattata con terapie farmacologiche diverse per maneggevolezza e modalità di somministrazione. La terapia dell’osteoporosi deve essere seguita per molti anni perché è una patologia cronica ed è importante non sospendere il trattamento piuttosto può essere utile cambiare tipologia di farmaco. Esistono oggi terapie innovative ed efficaci, in grado di prevenire la perdita ossea e di ridurre il rischio di fratture agendo attraverso un’azione sistemica su tutti i siti scheletrici e proteggendo in modo efficace il paziente.
«Poche altre patologie come l’osteoporosi possono oggi avvalersi di una scelta cosi ampia di opzioni terapeutiche, da quelle tradizionali a quelle più innovative, che riescono a ridurre significativamente il rischio di frattura a livello vertebrale, non vertebrale e di femore, con pochi effetti collaterali– sottolinea «Poche altre patologie come l’osteoporosi possono oggi avvalersi di una scelta cosi ampia di opzioni terapeutiche, da quelle tradizionali a quelle più innovative, che riescono a ridurre significativamente il rischio di frattura a livello vertebrale, non vertebrale e di femore, con pochi effetti collaterali – sottolinea Agostino Gaudio, Professore aggregato di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania e Responsabile del Centro di Riferimento Regionale per la prevenzione, diagnosi e cura dell’osteoporosi e delle altre patologie del metabolismo osseo – Tra le terapie innovative, denosumab ha dimostrato di essere capace di interagire con il metabolismo osseo in modo differente rispetto agli altri farmaci, perché agisce specificamente su una molecola che regola il rimodellamento osseo, massimizzando l’efficacia e limitando gli effetti collaterali. È un farmaco, che grazie alla somministrazione semestrale, facilita di molto l’aderenza del paziente, spesso difficile da ottenere in una patologia per lo più asintomatica».