Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni, italiani fumano meno ma sono più in sovrappeso e sedentari
Gli italiani fumano di meno ma sono più in sovrappeso e sedentari come nel passato. È quanto emerge dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni Italiane che ha evidenziato come, negli ultimi 15 anni, è aumentata la speranza di vita anche se ci sono problemi di equità tra le Regioni.
Da 15 anni l’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni Italiane, nato su iniziativa dell’Istituto di Sanità Pubblica – Sezione di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, registra i dati e le tendenze della salute in Italia. Dati elaborati a livello nazionale con la collaborazione di un potente network regionale, di Istituti di Igiene di altre Università Italiane e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali.
“L’Osservatorio, spiega Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, nasce all’indomani della riforma per regionalizzare il Servizio Sanitario Nazionale ed è stato costituito per monitorare l’impatto della devoluzione sulle condizioni di salute nelle diverse Regioni. In questi 15 anni abbiamo creato un network che coinvolge circa 230 esperti articolati in 21 sezioni regionali che si occupa di raccogliere dati regionali comparabili provenienti da diverse fonti ed elaborare e diffondere strumenti di sorveglianza della sanità pubblica. Oggi siamo ad una svolta: l’Osservatorio si rinnova attraverso il suo sito web (http://www.osservatoriosullasalute.it/) per rendere fruibili a coloro che ne hanno la necessità tutti i dati raccolti, i propri archivi, le serie storiche per le analisi e le considerazioni utili a chi lavora nella salute. Vogliamo trasformare i nostri Rapporti da strumento scientifico per addetti ai lavori in una fonte di informazioni per tutti. Nel nuovo sito web è infatti possibile consultare tutti i dati elaborati in questi anni senza alcun tipo di registrazione o password”.
“Il prodotto principale dell’Osservatorio, continua Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, è il Rapporto Osservasalute che per 15 anni ha analizzato il Sistema Sanitario Nazionale a 360°, prendendo in considerazione gli aspetti legati alle attività, alle risorse economiche e ai bisogni di salute della popolazione. In questi 15 anni alcune cose sono migliorate: la speranza di vita media di un italiano è cresciuta, secondo gli ultimi dati del 2016, a 82,8 anni (80,6 per gli uomini e 85,1 per le donne) anche se si segnalano problemi di equità tra le regioni, in Campania l’aspettativa di vita media è infatti di soli 80,0 anni mentre nella Provincia Autonoma di Trento è di 83,5 anni. Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, gli italiani sono andati migliorando, passando dal 25,5% di fumatori di 15 anni fa al 19,6% nel 2015 facendo ben sperare per il futuro. Molti aspetti sono purtroppo andati peggiorando, ad esempio gli stili di vita, in cui c’è stato un aumento sensibile delle persone in sovrappeso, registrando nel 2015 il 35,3% degli adulti e il 24,9% dei bambini con eccesso di peso; l’attività fisica non è mai decollata, con il 39,9% della popolazione sedentaria stabile da 15 anni mentre sono ancora troppo pochi gli italiani che praticano un’attività sportiva (23,8% in modo continuativo)”.
“Da quest’anno, aggiunge Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, la collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sarà più stretta: infatti SIMG mette a disposizione dell’Osservatorio i dati forniti dalle cartelle cliniche dei pazienti italiani, raccolte attraverso HEALTH SEARCH, l’importante database che registra, nel più rigoroso rispetto della normativa vigente, i dati che consentono di tracciare e studiare sia il comportamento dei medici di medicina generale sia comprendere come vengono trattate le più frequenti patologie croniche”.
“La crescente complessità della realtà sociale ed economica che stiamo vivendo rende necessarie attente valutazioni, l’ausilio di numerosi dati statistici e forti capacità di analisi in grado di orientare le scelte che condizioneranno il futuro della sanità pubblica e la sua sostenibilità. L’interesse riscosso e i riconoscimenti ricevuti in questi anni ci hanno quindi spinto ad avviare questa nuova fase finalizzata a potenziare e modernizzare gli strumenti di comunicazione anche ampliando l’offerta di contenuti digitali con la realizzazione di focus, approfondimenti e commenti a notizie di attualità durante l’anno”, conclude Ricciardi.