Portate i bambini al museo. Il consiglio dei pediatri

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Prendere per mano il proprio figlio e accompagnarlo lungo le stanze di un museo per compiere assieme un meraviglioso viaggio immaginario attraverso l’arte, la storia e la fantasia.

Nelle lontane reminiscenze scolastiche di alcuni adulti, probabilmente ancora oggi la visita di un museo si associa all’immagine di una lezione noiosa, e magari difficile da seguire, in grandi sale di antichi e sontuosi palazzi. Oggi la concezione di museo è fortunatamente cambiata.

E la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei che si celebra il 18 maggio, invita i genitori a far visitare ai propri figli un museo, una pinacoteca o una Galleria, spiegando quanto sia importante che i bambini frequentino le sale museali fin dalla più tenera età.

“Da semplice e polverosa esposizione di reperti recuperati dalla memoria dei tempi – spiega il dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – il museo è diventato un sottile e forte tramite non solo con il passato ma anche e soprattutto con il presente e il futuro. Non più, insomma, il luogo dove ammirare soltanto com’era il mondo di una volta ma anche una macchina del tempo che consente di proiettarsi in scenari diversi della nostra era, sviluppare consapevolezza della realtà con le sue innumerevoli minacce e contraddizioni e vivere simulazioni realistiche di quanto potrebbe creare o distruggere l’uomo”.

E, del resto, basta vedere i bambini che girano tra le collezioni del Museo archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo, sede di una delle più ricche collezioni archeologiche d’ Italia. Vederli attenti ad osservare curiosi i reperti e manufatti dei fenici, dei greci o dei punici è sicuramente una testimonianza attiva dell’influenza positiva che una visita al museo possa rappresentare per i nostri figli.

Oppure come non ricordare quella scena emblematica di ‘Una notte al museo’, film commedia del 2006, quando al Museo di storia naturale di New York, il sole è appena tramontato: uno scheletro di Tyrannosaurus rex si muove all’improvviso, abbandona il proprio piedistallo e va ad abbeverarsi ad una fontanella.

Bisogna rendere il museo “un luogo vivo”, in cui il ruolo del bambino-visitatore non è più quello di osservatore passivo ma di protagonista di un percorso conoscitivo unico e irripetibile. Prova ne sono alcuni musei che propongono laboratori dove i bambini possono apprendere i principi della nutrizione improvvisandosi piccoli chef, oppure attuare sperimentazioni che aiutano a comprendere la meccanica, la chimica e perfino professioni, attività sportive e fenomeni naturali.

“Per questa ragione – prosegue Di Mauro – sarebbe opportuno far scoprire i musei ai piccoli il più precocemente possibile (alcune strutture, infatti, sono in grado di accoglierli già a partire dal primo anno d’età, epoca, ovviamente, in cui dominante è l’esperienza ludica). Il museo, dunque, stimola la fantasia, fa sentire viva la storia, aiuta a comprendere lo stile di vita, la sofferenza e le disillusioni dei nostri antenati, ma sensibilizza anche al rispetto del nostro patrimonio culturale, artistico e ambientale”.

“Il museo – conclude il dottor Piercarlo Salari, pediatra responsabile del Gruppo di lavoro per il sostegno alla genitorialità della SIPPS – è un terreno fertile che invita ciascuno a preservare e coltivare i valori fondanti la civiltà, a prendere consapevolezza del lungo e tortuoso cammino che ci ha portato fino a oggi e al tempo stesso a evitare di ripetere alcuni errori che intere città o popolazioni hanno pagato con il prezzo della vita. Le moderne tecnologie consentono, poi, di “aumentare” la realtà, di riprodurre fedelmente e ingrandire oggetti, dipinti e opere di ogni genere, nonché di far “rivivere” personaggi, scene di vita quotidiana, eventi e perfino di ipotizzare improbabili viaggi e commistioni tra secoli diversi. In definitiva il museo dovrebbe essere proposto dai genitori come un momento da dedicare alla scoperta di noi stessi, all’apprendimento originale e interattivo delle nostre radici e alla conoscenza di tutto ciò che merita il nostro rispetto incondizionato”.

 

(credit foto di copertina: Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” -Palermo

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