Ricerca su embrioni. La Consulta: è materia del legislatore
Giudicata inammissibile dalla Consulta la questione di legittimità costituzionale del divieto di destinare gli embrioni sovrannumerari da cicli di fecondazione assistita ai fini della ricerca scientifica.
La motivazione sarebbe legata al fatto che la scelta di eliminare tale divieto – contenuto nella legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita – dovrebbe toccare al legislatore e non alla Consulta.
La Corte Costituzionale, ieri, ha esaminato le due questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Firenze, e relative, rispettivamente, al divieto (art. 13 della legge 40) di ricerca clinica e sperimentale sull’embrione non finalizzata alla tutela dello stesso; e al divieto (art.6) di revoca del consenso alla procreazione medicalmente assistita dopo l’avvenuta fecondazione dell’ovulo.
La prima questione, spiega una nota della Consulta, “è stata dichiarata inammissibile in ragione dell’elevato grado di discrezionalità, per la complessità dei profili etici e scientifici che lo connotano, del bilanciamento operato dal legislatore tra dignità dell’embrione ed esigenze della ricerca scientifica: bilanciamento che, impropriamente, il Tribunale chiedeva alla Corte di modificare, essendo possibile una pluralità di scelte, inevitabilmente riservate al legislatore“.
La seconda questione è stata dichiarata, a sua volta, inammissibile per “difetto di rilevanza nel giudizio di merito, nel quale risultava che la ricorrente aveva comunque, di fatto, deciso di portare a termine la procreazione medicalmente assistita”.
La reazione dell’Associazione Luca Coscioni
“Dopo la decisione della Corte Costituzionale e la presa di posizione da parte del Governo Renzi, – affermano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica – non resta che la strada del Parlamento e delle Corti internazionali per rimuovere il divieto di ricerca su embrioni non idonei per una gravidanza.
“Si è persa un’importante occasione per porre fine a quella politica dissennata che, dal 2004, blocca la ricerca e lascia soli i ricercatori e le persone affette da malattie incurabili. Particolarmente grave è stato il ruolo del Presidente del Consiglio Renzi, che nei giorni precedenti aveva reso noto l’orientamento di questo Governo di opporsi al ricorso e di impedire -con successo- l’audizione degli scienziati da parte dei giudici.
Come radicali dell’Associazione Luca Coscioni, noi non ci arrendiamo e porteremo avanti in ogni sede la battaglia che fu di Luca. Da subito, lanciamo una petizione al Parlamento italiano, per rimuovere un divieto che danneggia sia la ricerca che la salute, come forma di prosecuzione di una mobilitazione del mondo scientifico e della società civile che è già senza precedenti. Porteremo in Parlamento le richieste dei malati e della scienza e sosterremo tutte le azioni legali possibili dinanzi alle giurisdizioni internazionali per richiamare l’Italia all’obbligo del rispetto della libertà di ricerca scientifica e dei diritti delle persone malate“.