Scacco matto al diabete!
Diagnosi precoce e tempestiva, presa in carico condivisa, empowerment del paziente e accesso uniforme e appropriato all’innovazione terapeutica: si fondano sul ‘gioco d’anticipo’ i quattro pilastri per un efficace contrasto al diabete, tracciati nella road map “Scacco matto al diabete. Strategie e azioni per un’innovazione sostenibile”.
Il paper di indirizzo, sottoscritto da istituzioni, società scientifiche, medici di medicina generale e pazienti, è stato presentato oggi a Roma nell’ambito di un workshop promosso da AboutPharma e realizzato con il contributo di AstraZeneca. Il documento si inserisce nel progetto “Contro il diabete gioco d’anticipo – Early action in diabetes” che, attraverso l’analisi di alcuni modelli organizzativi regionali, ha evidenziato le principali criticità organizzative e avanzato proposte per una corretta e appropriata assistenza diabetologica sul territorio.
Questi i 5 punti chiave:
- anticipare la diagnosi mediante interventi mirati e opportunistici, nel setting della medicina generale, riservati a particolari categorie di rischio, anche in occasione di altri controlli medici;
- definire e implementare percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA) omogenei a livello regionale, supportati da una riorganizzazione dei servizi per le cure primarie;
- potenziare la continuità assistenziale ospedale-territorio e ampliare le competenze dei medici di medicina generale per quanto concerne la prescrizione dei farmaci innovativi per il diabete nel rispetto dell’appropriatezza;
- istituire percorsi di formazione certificati delle associazioni dei pazienti;
- promuovere l’accesso uniforme e appropriato all’innovazione terapeutica.
“Il documento presentato oggi – ha affermato Paola Pisanti, coordinatore del Gruppo di lavoro per l’elaborazione del Piano Nazionale della Cronicità, Ministero della Salute – ben si inserisce nella prospettiva della riqualificazione del Servizio sanitario per affrontare la sfida della cronicità in generale e del diabete in particolare, fornendo quegli elementi di analisi delle criticità e individuazione di linee strategiche che devono orientare il necessario processo di cambiamento dei modelli assistenziali, in una logica di maggiore interdisciplinarietà, territorialità e centralità della persona”.
Con circa 5 milioni di italiani interessati dal diabete, tra pazienti diagnosticati e persone malate a loro insaputa, e un onere complessivo di oltre 20 miliardi di euro l’anno tra costi sanitari e sociali, generati in maniera preminente dalle complicanze associate alla malattia – piede diabetico, insufficienza renale, infarto, ictus–, il diabete impone ai sistemi sanitari l’adozione di una strategia fondata sul ‘gioco d’anticipo’ per contrastare la progressione della malattia e ridurne l’impatto sui budget della sanità.
“Il modello della gestione integrata consente –ha affermato Giorgio Sesti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – enormi benefici derivanti dall’adozione di interventi appropriati e personalizzati da parte del team diabetologico al fianco dei medici di famiglia. La presa in carico sul territorio di un numero crescente di persone con diabete in buon compenso metabolico e privi di complicanze evolutive in atto, da parte della medicina generale, può contribuire ad efficientare l’organizzazione dell’assistenza e a destinare nuove risorse all’innovazione in diabetologia, garantendo ai pazienti l’accesso uniforme alle migliori cure disponibili”.
“La prevalenza della malattia, in costante aumento, e i bisogni di salute complessi della persona con diabete, impongono – ha detto Domenico Mannino, Vice Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi – l’attuazione di un’assistenza diabetologica sempre più integrata e multi-professionale. La cura del diabete potrà essere rafforzata potenziando la partecipazione del medico di medicina generale, per realizzare una presa in carico globale del paziente e assicurare la continuità assistenziale”.
Il potenziamento delle cure primarie a livello territoriale è fortemente richiamato all’interno della road map.
“Il medico di famiglia – ha dichiarato a riguardo Gerardo Medea, responsabile Area Metabolica della Società Italiana di Medicina Generale – si candida a ricoprire un ruolo centrale non solo per quanto concerne la diagnosi di diabete, avendo in carico la gestione della salute dell’intero nucleo familiare, ma anche rispetto alla prescrizione delle terapie – in linea con quanto avviene nel resto d’Europa –, al follow-up del paziente e alla valutazione degli outcome”.
Il raggiungimento di migliori esiti di cura deve passare, oltre che da una corretta presa in carico, da una politica di empowerment del paziente che deve diventare protagonista del proprio percorso di cura.
“Il percorso assistenziale deve fondarsi sulla centralità della persona, su una gestione multidisciplinare e una conseguente migliore organizzazione dei servizi, che tenga conto – ha sottolineato Rita Lidia Stara, Vice Presidente Diabete Forum – della condizione clinica e del contesto sociale e ambientale. L’elemento essenziale per sviluppare l’empowerment è la partecipazione al processo decisionale, con il coinvolgimento dei familiari e delle associazioni di volontariato nei percorsi assistenziali”.
Per il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, membro della 12a Commissione Igiene e Sanità e presidente dell’Intergruppo parlamentare ‘Qualità di vita e diabete’: “Il diabete rappresenta una sfida che chiama in causa innanzitutto le istituzioni e gli amministratori della Sanità a tutti i livelli. All’analisi e al confronto fra i decision maker, devono seguire azioni concrete che vadano nella direzione di promuovere l’uniformità nell’assistenza, nell’accesso all’informazione e alla cura del diabete, nel rispetto della sostenibilità e dei principi di solidarietà ed equità”.
“AstraZeneca ha deciso di farsi parte attiva nel sostenere un’iniziativa come questa – ha commentato Pablo Panella, Presidente e Amministratore Delegato di AstraZeneca Italia – che ha fatto emergere come la tempestività di intervento, sia nella diagnosi che nel trattamento, nel rispetto dell’appropriatezza, possa garantire alle persone con diabete una gestione efficace ed efficiente della malattia. Come azienda biofarmaceutica, siamo fortemente impegnati per continuare a portare innovazione in ambito diabetologico. Ma crediamo che il nostro contributo deve andare oltre: supportando lo sviluppo di una maggiore conoscenza scientifica da parte degli attori sanitari e contribuendo allo sviluppo di percorsi terapeutici integrati che consentano di generare una maggiore efficienza delle risorse, un maggiore e più omogeneo accesso all’innovazione da parte dei pazienti ed, eventualmente, il raggiungimento di migliori risultati di salute”.