Sclerosi Multipla, spray alla cannabis per la cura della spasticità

Piccole dosi

Uno spray oro – mucosale che contiene estratti di cannabis del genere Sativa, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) ed il Cannabidiolo (CBD), è il primo farmaco a base di cannabinoidi approvato in Italia per il trattamento della spasticità muscolare in pazienti con Sclerosi Multipla che non hanno ottenuto adeguato beneficio dai farmaci antispastici di prima linea.

La spasticità è un sintomo comune della Sclerosi Multipla che interessa oltre l’80% dei pazienti, durante il decorso della malattia e negli ultimi anni, ai fini terapeutici è cresciuto l’interesse scientifico per l’uso dei derivati della cannabis e dei suoi principi attivi (cannabinoidi).

da sinistra Marcello Romano e Salvatore Cottone
da sinistra Marcello Romano e Salvatore Cottone

È stato questo uno dei temi principali del convegno “Aspetti multidimensionali della spasticità”, in programma ieri ed oggi al Palace Hotel di Mondello, organizzato dall’Unità operativa di Neurologia dell’Azienda Villa Sofia – Cervello, referenti Salvatore Cottone, Direttore dell’Unità operativa e Marcello Romano, neurofisiologo.

Gli studi sui potenziali effetti benefici della cannabis su dolore e spasticità risalgono agli anni ’70 e già allora dati di letteratura disponibili suggerivano che i suoi derivati (cannabinoidi) potevano migliorare alcuni sintomi della sclerosi multipla.

L’analisi combinata di tre studi clinici pubblicata sulla rivista Multiple Sclerosis ha confermato l’efficacia dello spray entro le tre settimane di trattamento, così come registrato anche da studi in Germania, Spagna e Regno Unito.

Villa Sofia-Cervello che, insieme al Policlinico V.Emanuele di Catania e all’Irrccs Bonino Pulejo di Messina, è uno dei centri che in Sicilia hanno avviato per primi l’uso di questa terapia, da febbraio 2014 a novembre 2016 ha trattato con questo farmaco 112 pazienti, 66 donne e 46 uomini, che come previsto dai criteri Aifa hanno mostrato resistenze alle terapie per la spasticità.

“Il tasso di risposta dei pazienti attualmente in trattamento – ha spiegato Salvatore Cottone – è del 31%. Si tratta di pazienti che fanno un uso moderato del farmaco da mediamente 12 mesi, mostrando miglioramenti  non solo a carico della spasticità, ma anche un migliore controllo degli sfinteri, riduzione del dolore e migliore qualità del sonno”.

Come è stato evidenziato nel corso del convegno l’uso dello spray oro – mucosale deve essere però moderato, perché può causare effetti collaterali come capogiri (27.5%), seguiti da fatica (11%), diarrea (13.1%) , nausea (10.8%), fastidio/dolore nella sede di assunzione (9,5%), cefalea (9,0%).

Una dose moderata è di 5/6 spray al giorno. Una volta che la dose ottimale è stata raggiunta, i pazienti possono distribuire le dosi durante l’intero arco della giornata in base alla risposta individuale ed alla tollerabilità.

La sessione dedicata a questo tema ha visto la partecipazione di alcuni dei maggiori esperti italiani del settore come il professor Diego Centonze dell’Università di Roma – Tor Vergata, Claudio Solaro dell’Asl 3 di Genova, Franco Patti del Policlinico di Catania ed Edoardo Sessa di Messina.

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