Potente antiossidante dalle infinite virtù: il selenio

Benessere

Lo troviamo in pesce, frutti di mare, carne, uova e noci che sono sicuramente tra gli alimenti più ricchi di selenio. È un oligoelemento indispensabile per la salute degli esseri umani, la cui importanza è nota da secoli. La sua storia comincia, infatti, al termine del XVIII secolo; da allora, analisi e studi scientifici ne hanno evidenziato le mille potenzialità.

Il selenio innanzitutto ricopre un ruolo fondamentale nell’attività enzimatica delle glutatione perossidasi, enzimi ubiquitari nell’organismo umano che svolgono un’importante funzione antiossidante, frenando quindi fenomeni pro-infiammatori e proteggendo l’organismo da sostanze tossiche e agenti infettivi. Questi enzimi non sono gli unici a svolgere un’attività antiossidante e a modulare l’attività immunitaria: si conoscono almeno una ventina di enzimi o proteine contenenti selenio, che svolgono attività di regolazione o di trasporto. È per questo che un adeguato apporto di selenio aiuta a mantenere l’integrità e la salute cellulare, prevenendo i danni ossidativi e l’invecchiamento.

STRESS OSSIDATIVO

Inquinamento atmosferico, esercizio fisico intenso, fumo, raggi UV e X, infiammazioni, iperglicemia, farmaci e chemioterapici, insetticidi e agenti contaminanti agricoli o industriali sono solo alcune delle cause che sottopongono quotidianamente il nostro organismo ad un forte stress ossidativo. Se poi la nostra alimentazione è anche carente di micronutrienti, allora il danno ossidativo frequente e ripetuto finisce per ridurre l’efficienza delle difese immunitarie aumentando la nostra vulnerabilità e accelerando il processo di invecchiamento e degenerazione cellulare e tissutale.

Ma non è tutto: grazie alla sua attività antiossidante può aiutare alla riduzione del rischio cardiovascolare, mentre la sua carenza può portare ad un suo aumento; il selenio sembra rivestire un ruolo importante anche nella prevenzione di problemi di perfusione cardiaca.

Non è da sottovalutare anche il legame tra molte seleno-proteine e i meccanismi di autoregolazione dell’organismo. Il selenio, infatti, contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario ed è coinvolto nei processi di replicazione cellulare.

Da non trascurare è anche la funzione del selenio sulla tiroide, ghiandola in cui operano enzimi Selenio-dipendenti con il compito di attivare gli ormoni tiroidei. In condizioni di carenza di questo oligoelemento, tali enzimi non svolgono più adeguatamente la loro funzione conducendo quindi a condizioni di ipotiroidismo. Non è un caso che, in presenza di ipotiroidismo, l’integrazione di Selenio venga vivamente consigliata come importante supporto.

Infine, il selenio è stato proposto anche nella disintossicazione da alcuni tipi di metalli pesanti, come piombo, cadmio e mercurio.

Se c’è una carenza di selenio nell’alimentazione

Se nella nostra dieta non vengono inseriti quei cibi che contengono selenio si può andare incontro a diverse problematiche: da una maggiore vulnerabilità verso malattie infiammatorie acute e croniche, danni da radicali liberi e metalli pesanti, invecchiamento precoce, infertilità (specie maschile), ipotiroidismo, scarso accrescimento nei bambini, peggioramento di malattie croniche e degenerative, peggioramento di malattie del sistema nervoso, disturbi dell’umore, acne ed eczemi, ad un aumento del rischio di patologie cardiovascolari e di alcune forme di cancro.

Ma conosciamo il nostro reale fabbisogno?

I Valori Nutritivi di Riferimento della UE stabiliscono la quantità massima per un adulto di 83 microgrammi al giorno, sebbene sarebbe ottimale considerare che l’apporto di selenio varia in base alle esigenze specifiche del soggetto. Per le donne in gravidanza e per le neomamme, ad esempio, la dose suggerita dovrebbe orientarsi a circa 65-75 mcg al giorno, mentre in stati carenziali che si verificano in età adulta si può considerare un apporto fino a 300 mcg/die.

Considerando che è raro che si superino tali livelli è bene ricordare che l’eccessivo apporto di selenio può causare problemi non indifferenti: dalle lesioni cutanee fino, nei casi di dosi elevate e assunte per lungo tempo, ad alterazioni neurologiche.

Non sempre la nostra dieta consente di soddisfare il fabbisogno di selenio però la composizione del nostro piatto è tale da soddisfare i nostri fabbisogni del momento, soprattutto se aumentati. Se si verifica una carenza di selenio nell’alimentazione si possono generare tantissime problematiche: da una maggiore vulnerabilità verso malattie infiammatorie acute e croniche, danni da radicali liberi e metalli pesanti, invecchiamento precoce, infertilità (specie maschile), ipotiroidismo, scarso accrescimento nei bambini, peggioramento di malattie croniche e degenerative, peggioramento di malattie del sistema nervoso, disturbi dell’umore, acne ed eczemi, ad un aumento del rischio di patologie cardiovascolari e di alcune forme di cancro.

Qualora l’alimentazione non fosse sufficiente ci viene in aiuto l’oligoterapia, disciplina che utilizza micro-dosi di singoli minerali. È importante sottolineare che, anche se si tratta di micro-dosi, non deve essere utilizzato in caso di precedenti reazioni allergiche ad uno dei componenti della soluzione; non bisogna superare la dose giornaliera consigliata e di utilizzare nell’ambito di uno stile di vita sano e non come sostituto di una dieta varia ed equilibrata.

In Europa, il limite superiore di sicurezza dell’assunzione di selenio è stato stabilito nell’ordine di 300 µg/giorno per gli adulti, diminuendo gradualmente a 60 µg/giorno per i bambini di 1-3 anni.

Superare tali livelli può, nei casi più lievi, causare lesioni cutanee, perdita di capelli e unghie, mentre dosi elevate per lungo tempo (oltre 900 µg/giorno) possono causare alterazioni neurologiche, quali sonnolenza, convulsioni e persino paralisi.

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