Test allergie, viaggio tra quelli ufficiali e quelli “alternativi”
Occhi che lacrimano, starnuti continui, prurito al naso e agli occhi, disturbi gastrointestinali. Sono solo alcuni dei sintomi che fanno subito pensare ad un’allergia. La domanda che ci si pone immediamente è : “a cosa siamo allergici?”
Basterà digitare su internet la parola “test allergici” e ci ritroveremo di fronte ad un nutrito elenco di test alternativi. Forza muscolare, analisi dei capelli, carica elettrica delle cellule e tanti altri “test allergici che – dicono gli esperti -non solo non aiutano il paziente ma anzi lo espongono al rischio di problemi di salute”.
“Il numero di persone che soffre di allergie – afferma Giorgio Luraschi, allergologo del Centro Diagnostico Italiano di Milano – cresce di anno in anno ma molte di queste non si rivolgono allo specialista più adatto, l’allergologo, e utilizzano terapie ‘inefficaci’ e non fondate scientificamente, trascurando alcuni trattamenti che invece possono portare un notevole miglioramento alla loro condizione, come, per esempio, i vaccini antiallergici.
Questi vaccini sono purtroppo sempre meno prescritti, sebbene con la nuova modalità di somministrazione sotto la lingua, siano sempre più efficaci e facili da assumere. Ad aggravare questo quadro contribuisce il fatto che chi ricorre a questi test ‘inefficaci’ non solo non migliora ma rischia gravi problemi di salute come, per esempio, un deficit di accrescimento nei bambini sottoposti a eccessive e ingiustificate limitazioni dietetiche”. Per non parlare amche della possibilità di creare le condizioni per non riconoscere in tempo malattie che danno dei sintomi simili a quelli delle allergie ma che, in realtà, sono qualcosa di diverso e più serio.
PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLE ALLERGIE
“La migliore lotta contro l’allergia è – continua Giorgio Luraschi – cercare di evitare l’esposizione alla sostanza allergenica. Quando ciò non è possibile, i sintomi allergici possono essere controllati, secondo l’indicazione del medico, con l’assunzione di alcune famiglie di farmaci, in particolare antistaminici, cortisonici, cromoni, antileucotrieni, oltre ai broncodilatatori a breve e lunga durata nei casi di asma.
In casi selezionati, soprattutto di allergia ad alimenti e a veleno di ape e vespa, il paziente dovrà avere sempre con sé l’adrenalina autoiniettabile, che viene prescritta dallo specialista allergologo a pazienti che hanno avuto reazioni allergiche gravi o che sono particolarmente a rischio di averne. Inoltre, in una buona parte dei casi è possibile effettuare un’immunoterapia specifica con vaccini per via sub-linguale o iniettiva sottocutanea nel tentativo di ottenere una efficace desensibilizzazione nei confronti dell’allergene responsabile. Tale trattamento è l’unico oggi in grado di modificare la storia naturale delle malattie allergiche“.
Test “non ufficiali” analizzati dagli esperti del CDI
Test citotossico (o test di Bryan)
Proposto per la prima volta nel 1956 questo test si basa sul principio che l’aggiunta in vitro di uno specifico allergene al sangue intero comporti una serie di modificazioni morfologiche nelle cellule, sino ad arrivare alla loro distruzione. In realtà i numerosi studi scientifici compiuti in merito hanno mostrato che ciò non accade e alla luce di queste evidenze sperimentali l’American Academy of Allergy ha concluso che il test non è affidabile nella diagnostica.
Test kinesiologico
In questo test il paziente tiene con una mano una bottiglietta di vetro contenente l’allergene da testare, mentre con l’altra mano spinge contro la mano dell’esaminatore. Se quest’ultimo percepisce una riduzione della forza muscolare si diagnostica un’allergia o intolleranza nei confronti dell’estratto contenuto nel recipiente. Uno studio ha cercato di verificare la validità di questo test, utilizzando il metodo scientifico del “doppio cieco”, in cui né il paziente né l’esaminatore sanno cosa contenga la provetta analizzata. I suoi risultati hanno evidenziato che questo strumento diagnostico non è in grado di rilevare effettivamente le allergie e che non è riproducibile, cioè non dà lo stesso esito se effettuato due volte sulla stessa persona.
Vega test, Sarm test, Biostrenght test e loro varianti
Questo tipo di test è utilizzato da alcuni decenni in Europa e anche negli Stati Uniti. Si basa sulla convinzione che a contatto con gli allergeni le cellule cambino la loro carica elettrica e si modifichi la loro capacità di condurre l’elettricità. Sono diversi gli studi scientifici che hanno studiato tali metodiche e osservato la loro incapacità di rilevare le allergie e di identificare gli allergeni che ne sono responsabili.
Analisi del capello
È utilizzata in due modi. Nella prima viene identificata un’eventuale intossicazione da metalli pesanti (mercurio, cadmio) o una carenza di altri elementi, come selenio, zinco, cromo, magnesio, manganese. Non è tuttavia dimostrato che queste condizioni siano correlate all’allergia. Con la seconda modalità di utilizzo si cerca di osservare se campioni di capelli del paziente provocano variazioni nella frequenza di oscillazione di un pendolo. I risultati degli studi scientifici effettuati su questo test hanno evidenziato che non è in grado di rilevare effettivamente le allergie e che non è riproducibile.