Tumore del rene, l’Europa dà l’ok per una molecola che dimostra un significativo beneficio di sopravvivenza globale

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Il carcinoma a cellule renali (RCC) è il più comune tipo di tumore del rene negli adulti, responsabile ogni anno di più 100.000 decessi nel mondo.

Il carcinoma renale a cellule chiare è il tipo di tumore renale a prevalenza più alta e costituisce l’80 – 90% dei casi totali. Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne, con i tassi più alti di malattia nel Nord America e in Europa. Globalmente, il tasso di sopravvivenza a cinque anni, nei pazienti che ricevono diagnosi di tumore del rene metastatico o avanzato, è del 12,1%.

reniPer alcune tipologie di tumori il futuro, per quanto riguarda il loro trattamento, è l’immuno-oncologia, considerata oggi una delle più importanti opzioni terapeutiche insieme a chirurgia, radioterapia, chemioterapia e terapie target. Nivolumab è il primo e unico inibitore di checkpoint immunitario PD-1 approvato in Europa ad aver dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale (OS) rispetto allo standard di cura in questa popolazione di pazienti. La Commissione Europea ha approvato nivolumab in monoterapia per una nuova indicazione in pazienti adulti con carcinoma a cellule renali avanzato precedentemente trattati. Un’approvazione questa che permette la commercializzazione di nivolumab anche per il carcinoma a cellule renali avanzato in pazienti precedentemente trattati in tutti i 28 Stati membri dell’Unione Europea .

“Nivolumab è – afferma Emmanuel Blin, senior vice president, Head of Commercialization, Policy and Operations di Bristol-Myers Squibb – l’unico inibitore di checkpoint immunitario PD-1 approvato in Europa a dimostrare un significativo aumento della sopravvivenza in questa popolazione di pazienti. Siamo impegnati per rendere disponibili nuove opzioni terapeutiche per aiutare un numero sempre maggiore di pazienti; in meno di un anno abbiamo esteso l’approvazione di nivolumab in Europa a tre diversi tipi di tumore avanzato”.

“Per la prima volta in Europa – dice Bernard Escudier, Chair del Genitourinary Oncology Committee presso l’Institut Gustave Roussy di Villejuif in Francia – i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato precedentemente trattati avranno accesso a un farmaco immuno-oncologico che ha dimostrato un significativo beneficio di sopravvivenza globale associato a un profilo di sicurezza favorevole rispetto a everolimus. Oltre ai risultati di efficacia clinica, i pazienti trattati con nivolumab – aggiunge Bernard Escudier- hanno manifestato un miglioramento della qualità di vita e sintomi significativamente minori nel corso del trattamento rispetto ai pazienti trattati con everolimus. Questi dati supportano l’uso di nivolumab nella pratica clinica e rappresentano un importante passo in avanti verso la definizione di un nuovo standard di cura in Europa”.

“Il nostro programma clinico di Immuno-Oncologia – dicono i responsabili dell’azienda farmaceutica-  si rivolge ad ampie popolazioni di pazienti, con tumori solidi e neoplasie ematologiche, linee di terapia e istologie diverse, allo scopo di rafforzare i nostri studi clinici in termini di sopravvivenza globale e di altri importanti parametri, come la durata della risposta. Abbiamo guidato la ricerca che ha portato alla prima approvazione della combinazione di due farmaci immuno-oncologici e continuiamo a studiare il ruolo delle combinazioni contro il cancro.
Abbiamo anche studiato il coinvolgimento di altre vie del sistema immunitario nel trattamento dei tumori, tra cui CTLA-4, CD-137, KIR, SLAMF7, PD-1, GITR, CSF1R, IDO e LAG-3. Queste vie possono portare a nuove potenziali opzioni terapeutiche, in combinazione o in monoterapia, per aiutare i pazienti a combattere diverse forme di cancro.
La nostra collaborazione con le istituzioni accademiche, così come con piccole e grandi aziende biotech, è responsabile della ricerca di potenziali combinazioni immuno-oncologiche e non immuno-oncologiche, con l’obiettivo di offrire nuove opzioni di trattamento nella pratica clinica.
Il nostro obiettivo è quello di modificare le aspettative di sopravvivenza in tumori difficili da trattare e il modo in cui i pazienti convivono con il cancro”.

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